Giro d’Italia 2026: Simon Yates vorrebbe difendere il titolo
Intervistato da cyclingnews a margine della presentazione del tracciato del Giro d’Italia 2026, Simon Yates ha espresso il desiderio di tornare alla Corsa Rosa anche per gareggiare con il numero 1 sulla schiena.
Per il britannico, però, ci potrebbe essere il problema Vingegaard. Se il danese decidesse di partecipare al Giro, la Visma|Lease a Bike sarebbe costruita intorno a lui.
Dorsale numero 1
“Per me vincere e essere di nuovo qui a Roma è incredibile. Questa vittoria resterà con me per il resto della mia vita.
Mi piacerebbe tornare. Non sono molti i corridori che possono disputare un Grande Giro con il dorsale numero uno. All’interno del team ci sono ancora molte discussioni su quali corridori punteranno alle diverse corse. Lo scopriremo presto. Eravamo ad Amsterdam la scorsa settimana e ci sono state molte riunioni, abbastanza stancanti. È un puzzle complesso che include anche il mio ruolo al Tour de France e altri corridori”.
Jonas Vingegaard (compagno di squadra di Yates)
“Sarebbe difficile dissuadere chiunque dal tentare di conquistare la tripla corona, quindi vedremo cosa decideranno Jonas e la squadra”.
Il percorso
“Il Giro di quest’anno è stato così duro che abbiamo dovuto costruire la forma giorno dopo giorno, il percorso 2026 sembra più equilibrato. C’è l’arrivo in salita al Blockhaus nelle prime fasi e poi la lunga cronometro. Potrebbero esserci distacchi significativi già dopo due settimane. Poi ci sono le tappe 19 e 20 in alta montagna, che saranno difficili e quindi decisive. La crono di 40 chilometri non è ideale per me. Posso fare una buona cronometro tecnica con qualche salita, ma una prova piatta e lineare lungo la costa potrebbe essere impegnativa. Ho anche sofferto sul Blockhaus nel Giro 2022, la mia corsa virtualmente finì lì, è una salita che può cambiare la corsa”.
Viva l’Italia!
“I miei sentimenti per il Giro sono molto diversi rispetto agli altri Grand Tour. Ho scoperto che se tratti il Giro con rispetto, è una corsa davvero gratificante a cui prendere parte. Alcune gare sembrano solo un business, al Giro senti che è una corsa vera. Amo la cultura italiana e quanto le persone siano accoglienti. Ti abbracciano davvero se impari a conoscerle. Penso che ci sia una passione condivisa. Amo tutte le corse italiane, sono diverse dalle altre”.