Ciclismo

UAE Team Emirates-XRG: Pavel Sivakov vorrebbe avere la calma di Pogacar

Il ciclista russo naturalizzato francese ammette di accusare lo stress
Tadej Pogačar e Pavel Sivakov
Tadej Pogačar e Pavel Sivakov (Getty Images)

In una lunga intervista a Cyclingnews, il ciclista russo naturalizzato francese Pavel Sivakov ha parlato della propria carriera e di alcuni compagni di squadra e avversari del passato e di oggi.

Figlio di ciclisti professionisti, il corridore nato a San Donà di Piave in carriera ha vinto sette corse ma probabilmente avrebbe potuto fare di più. Il tempo c’è perché Sivakov ha solo 28 anni.

Stile sovietico

“Ho riflettuto molto sul percorso della mia carriera. Riflettere e cercare di capire cosa mi è successo fa parte del mio percorso. È tutto parte del mio percorso. Il 2019 è stato l’anno in cui sono esploso, poi ho avuto due o tre stagioni in cui non sono cresciuto come avrei voluto. Ho sofferto un po’, forse prima di tutto mentalmente. Di certo mi sono messo troppa pressione, cercando di fare troppo. Forse non ero abbastanza fiducioso da ascoltare me stesso e ho soltanto seguito i piani di allenamento del mio coach. Penso che questo derivi un po’ dalle mie radici, magari dai miei genitori, che hanno uno stile un po’ sovietico: anche se sei morto, ti alleni, fai le ore in bici, fai di più”.

Geraint Thomas e Chris Froome

“Vedevo Geraint Thomas e Chris Froome fare sempre di più. Io ero il giovane e volevo fare lo stesso. Poi inizi a essere troppo stressato. Ti alleni troppo, ti metti troppo a dieta, magari cadi anche un po’ troppo. Diventa un circolo vizioso. Sono fortunato ad avere un buon motore e un po’ di talento, quindi riesco sempre a performare qua o là, ma non sono mai stato costante. Penso che alcuni corridori crescano molto in fretta. Ci riescono rapidamente ed è più facile per loro. Per me, il percorso della carriera è stato più lungo e lento”.

Tadej Pogačar e Paul Seixas

Tadej ha la capacità di rimanere calmo e di non stressarsi. Io non sono così, mi stressavo anche per piccoli dettagli e questo mi rallentava. Anche Paul Seixas è come Tadej e Geraint Thomas. Non è come me, non va in overthinking. Avrà pressione, ma è parte del suo viaggio. Dopo averlo conosciuto, penso che finché gli piacerà correre starà bene”.

Tour de France 2025

“Il Tour è stata una grande delusione per me. Volevo esserci con i ragazzi ed essere in forma, ma mi staccavo sulla prima salita. Mentalmente è stato duro perché so di essere meglio di così. Si è creato un bel legame al Tour e questo mi ha aiutato molto, mi ha aiutato ad arrivare fino a Parigi. Ho sofferto personalmente ma ancora una volta sono stato parte della squadra che ha vinto il Tour, è sempre speciale”.

Obiettivi per il futuro

“Sto ancora migliorando anno dopo anno, i miei numeri migliorano. Onestamente penso di stare entrando nei miei anni migliori, ho imparato come gestirmi molto meglio. Ho ancora delle ambizioni personali, voglio vincere. Sto cercando di trovare un buon bilanciamento, evitare gli errori ed essere là davanti tutto l’anno. Non è facile. Non voglio rilassarmi e accontentarmi di essere un gregario. Sono contento di lavorare per Tadej e per il team quando posso fare la differenza, ma voglio ancora vincere corse, andare all’attacco e lottare per la vittoria. Mi alleno per questo”.