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Flick il “duro” del Barça: Rashford punito e sbattuto in panchina

Flick non perdona: il tecnico del Barcellona esclude dalla formazione Marcus Rashford per un ritardo di due minuti. La notizia fa scalpore
Marcus Rashford
BIRMINGHAM, ENGLAND - MAY 16: Marcus Rashford of Aston Villa arrives at the stadium prior to the Premier League match between Aston Villa FC and Tottenham Hotspur FC at Villa Park on May 16, 2025 in Birmingham, England. (Photo by Michael Steele/Getty Images)

Un’era di lassismo è finita. Al Barcellona è arrivato un nuovo sceriffo, e il suo nome è Hansi Flick. La leggenda del Manchester United, Marcus Rashford, lo ha imparato a sue spese. L’attaccante inglese, una delle stelle più attese della stagione, è stato escluso dalla formazione titolare per la partita contro il Getafe. Il motivo? Un ritardo di soli due minuti a una riunione pre-partita. Un gesto che segna l’inizio di una nuova, spietata, era nel club catalano.

La regola di ferro

Flick, l’allenatore tedesco, non ha fatto sconti. La sua filosofia è chiara: la puntualità è sacra. Chiunque arrivi in ritardo a riunioni o allenamenti, non gioca. Una regola che ha già mietuto vittime illustri. Prima di Rashford, infatti, sono caduti sotto il pugno di ferro di Flick giocatori del calibro di Raphinha, Iñaki Peña e Jules Koundé.

Il ritardo di Rashford è stato causato, a quanto pare, da un imprevisto burocratico. L’attaccante stava ancora compilando un modulo elettronico obbligatorio, ma per l’inflessibile allenatore tedesco non è una scusa valida. La decisione è stata fulminea: al suo posto, Flick ha schierato Ferran Torres, che non solo ha giocato, ma ha anche segnato due gol, legittimando la scelta del suo tecnico.

Il precedente e la reazione in campo

Per Rashford non è la prima volta che un ritardo gli costa caro. Anche ai tempi del Manchester United, sotto la guida di Ruben Amorim, era stato punito per essere arrivato in ritardo a una riunione, in quell’occasione per aver dormito troppo. Un’abitudine che Flick non intende tollerare.

Nonostante il pugno di ferro, la partita non si è chiusa con un’umiliazione per il giocatore. A causa dell’ammonizione di Raphinha nel primo tempo, Rashford è entrato in campo a inizio ripresa e, con un guizzo di orgoglio, ha fornito l’assist per il terzo gol che ha chiuso la partita. Un gesto che ha dimostrato il suo valore, ma che non ha cancellato il messaggio che Flick ha voluto lanciare a tutta la squadra: nel nuovo Barcellona, il merito non è negoziabile. La puntualità è la prima forma di rispetto.