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Ronaldo sotto scorta: minacce, sicurezza e retroscena

L’ex guardia del corpo di Cristiano Ronaldo racconta minacce, fan impazziti e strategie per proteggerlo: “Mai a rischio, ma sempre in allerta”.
Ronaldo, Al Nassr
Ronaldo, Al Nassr

Essere Cristiano Ronaldo non è solo una questione di gol, trofei e fama planetaria. È anche vivere sotto l’occhio costante del mondo, tra applausi e minacce. Lo sa bene Hichman, ex guardia del corpo del fuoriclasse portoghese, che per quattro anni ha vegliato sulla sua sicurezza. Oggi rompe il silenzio, raccontando cosa significa proteggere uno degli uomini più riconoscibili dello sport mondiale: «Nessuno voleva ucciderlo, ma è stato minacciato. Da tifosi, da sconosciuti, da chi voleva rubargli qualcosa. Non è mai stata una vita tranquilla».

Dalla gloria col Manchester United fino ai fasti del Real Madrid, passando per la Juventus e il ritorno all’Old Trafford. Ora l’Al Nassr e la Saudi Pro League. CR7 ha attraversato epoche, confini e continenti col suo marchio personale. Ma più aumentava la fama, più diventava necessario alzare il livello della sicurezza. Anche oggi, a quasi 40 anni, resta una calamita per folle e flash. Ne sanno qualcosa i responsabili della sicurezza della Nazionale portoghese: appena pochi giorni fa, un tifoso è riuscito a eludere i controlli per abbracciarlo prima della gara contro la Germania. Una scena da brividi, gestita con sangue freddo.

Il racconto dell’ex bodyguard di Ronaldo

Hichman racconta il dietro le quinte: «Con Ronaldo bisognava sapere sempre tutto: dove si andava, chi c’era, come entrare e uscire. Non puoi sbagliare. Anche se non riceveva minacce di morte, era nostro dovere proteggerlo come se fosse in pericolo costante. E se serviva, eravamo pronti a dare la vita». Armi comprese. E sangue freddo obbligatorio: «Il segreto? Saper pensare in fretta, mantenere la calma, risolvere problemi in pochi secondi».

Il legame con CR7 resta forte. «È il miglior capo che abbia mai avuto», spiega. «Abbiamo vissuto momenti intensi, ma mai un vero pericolo. Solo paparazzi e fan impazziti. Nulla di ingestibile». Eppure qualcosa è cambiato. Ad aprile, secondo Marca, Ronaldo avrebbe potenziato la sicurezza dopo minacce social indirizzate alla sua famiglia, forse da ambienti arabi. Un segnale che il confine tra notorietà e rischio è sempre più sottile.

Lo stipendio di Hichman? Ottocentocinquanta sterline al giorno. Ma il prezzo da pagare, ogni volta che CR7 usciva di casa, era ben più alto: vivere sempre in trincea, con gli occhi ovunque.