Chiesa: “Volevo restare alla Juve. Szczesny-Rabiot, tutti sapevano. Ma Danilo…”

“Che Szczesny e Rabiot fossero fuori dal progetto lo sapevamo tutti. Le esclusioni di Fagioli e Danilo invece mi hanno stupito. Dani nello spogliatoio era il punto di riferimento, è juventino dentro, il suo taglio è stata una scelta che non ho capito, né condiviso… Motta con me è stato chiaro: ‘Non mi servi, cercati una squadra’. Gli ho detto che ero pronto a lottare, a mettermi alla prova perché volevo restare e dimostrare di essere ancora utile alla Juventus. Ma non c’è stato niente da fare”. Così, in un’intervista concessa al Corriere dello Sport, Federico Chiesa commenta il suo addio – e quello di alcuni suoi compagni – al club bianconero. Poi, sul proprio futuro, rivela: “Presto mi siederò al tavolo con il club, Fali Ramadani e la mia famiglia per individuare la soluzione migliore. Restare a Liverpool non mi dispiacerebbe affatto”.
Chiesa sul Liverpool
“Slot mi ha fatto giocare anche da nove. Questa esperienza è stata importante, formativa, mi dovete credere. Avendo studiato alla scuola inglese non ho incontrato problemi con la lingua, mi è piaciuto un sacco misurarmi con una cultura diversa, idee diverse, anche calcistiche. Un esempio? In Premier il day off è istituzionalizzato, è il giorno della settimana destinato al recupero delle energie e alla famiglia. In Italia non è così. Il ritiro è una pratica occasionale. Con Slot, anche se è olandese, mai quando si gioca in casa e solo se si è in trasferta. L’attenzione nei confronti delle famiglie dei calciatori è elevatissima. C’è un lavoro costante dietro le quinte per permettere all’atleta di star bene tanto in campo quanto fuori. Scarso minutaggio? All’inizio ho provato la frustrazione del cambiamento radicale e del fatto di essere molto indietro rispetto al gruppo, poi c’è stato l’infortunio. Fino alla partita col Psg il Liverpool era davanti a tutti, in semifinale di Carabao e tra le favorite in Champions, che ha vinto proprio il Psg. Potevo mettermi a discutere le scelte di Slot che con me è sempre stato rispettosissimo, così come il club? La voglia di giocare c’era eccome, l’ho messa da parte, ho capito la situazione. Accantonata ogni forma di individualismo”, ha concluso Federico Chiesa.