Calcio

Capello sceglie il suo erede: “Ecco chi è e perché”. Sul no alla Nazionale…

L’ex tecnico della Roma: “Quando vedo i calciatori dell’Italia giocare senza sangue, senza voglia, mi fa male”
Capello
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Il no alla Nazionale? Non lo sentivo giusto in quel momento e ho detto di no. Stavo allenando già dei club. Non mi è mai dispiaciuto. La Nazionale la sento come non mai, a casa mi alzo in piedi e canto l’Inno quando c’è la partita. Una delle cose più belle della mia carriera è quando ho segnato contro gli Inglesi a Wembley, abbiamo vinto e ho dedicato il gol ai 20mila camerieri. Quando siamo stati eliminati in Germania è stata la cosa più brutta. Ci urlavano di tutto contro. Quando vedo i calciatori della Nazionale giocare senza sangue, senza voglia, mi fa male”. Lo ha detto Fabio Capello, ospite di ‘Supernova’, il podcast di Alessandro Cattelan.

Capello: “Gasperini il mio erede”

Un mio erede? Dall’esigenza che vedo e da quello che è successo nelle squadre in cui è andato, trovo Gasperini molto simile a me. Lui riesce a ottenere dai giocatori quello che lui pensa sia importante per la squadra. All’Atalanta era in un ambiente protetto, ma conoscendo le difficoltà della Roma, ho visto che è entrato subito a piè pari e si vedono già i risultati” ha spiegato Capello.

Aneddoto su De Rossi e Aquilani

Nella storia di De Rossi, io ho sbagliato il primo approccio. Si allenava nella Primavera con Aquilani e io pensavo che Aquilani avesse più qualità. Giochiamo una partita di Coppa Italia, faccio esordire Aquilani all’Olimpico. Era timido. Così nell’intervallo gli dico: ‘Dai, sei bravo, se sbagli fa niente’. Ritorniamo in campo e dopo 10 minuti era uguale. Daniele entra e va deciso, come in allenamento. Aquilani lo mandai a fare esperienza alla Triestina e poi ha fatto una grande carriera. De Rossi invece è entrato subito nella rosa della Roma. Lo punzecchiavo per farlo crescere” ha raccontato l’ex tecnico della Roma