L’appuntamento è fissato per oggi, e ha i contorni del surreale. La superstar del calcio globale, Cristiano Ronaldo, sarà accolto alla Casa Bianca dal Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. La notizia più clamorosa è che l’incontro è avvenuto su esplicita richiesta del giocatore del Portogallo e dell’Al-Nassr.
Ronaldo, fresco di qualificazione ai Mondiali FIFA 2026 che si terranno in parte negli Stati Uniti, ha ottenuto il rendez-vous dopo aver espresso pubblicamente il suo desiderio.
La richiesta di pace e la connessione saudita
Secondo quanto riportato da MS NOW, la visita di Ronaldo è stata confermata da tre funzionari della Casa Bianca e cade nello stesso giorno in cui Trump dovrebbe incontrare anche il Principe ereditario saudita Mohammed bin Salman. La connessione tra i due incontri – dato che Ronaldo milita in Arabia Saudita con l’Al-Nassr – non è ancora chiara, ma aggiunge un elemento politico all’agenda.
L’idea dell’incontro era emersa durante una recente intervista di Ronaldo con Piers Morgan, amico di vecchia data di Trump. Il campione aveva spiegato il suo obiettivo, apparentemente altisonante:
“Se il mondo è in pace, questo è il nostro obiettivo. Lui è una delle persone che può cambiare o contribuire a cambiare il mondo. E questo è il mio obiettivo principale: incontrare Trump e parlare di pace nel mondo.“
Ronaldo aveva aggiunto di nutrire grande apprezzamento e rispetto per Trump, affermando di credere che sia “una di quelle persone che può far accadere le cose“.
Il segreto condiviso
L’attaccante ha voluto mantenere un alone di mistero, suggerendo di condividere alcune qualità con il Presidente, ma rifiutandosi di rivelarle al mondo: “Un giorno gli dirò cosa abbiamo in comune. Ma lo terrò per me fino a quel momento.“
Non è la prima volta che Trump apre le porte dello Studio Ovale a figure del calcio: ha già ospitato in diverse occasioni il presidente FIFA Gianni Infantino. Ma la presenza di Ronaldo, una delle icone sportive più influenti e globali, trasforma questo incontro in un evento mediatico e politico di primissimo piano, a pochi mesi dall’inizio del Mondiale nordamericano.