Fantacalcio

Fantacalcio, all’Olimpico una partita “particolare” per Zaniolo

Ritorno Infuocato all'Olimpico. Nicolò Zaniolo torna da avversario, scusandosi per la vecchia esultanza. Udine lo ha maturato.
Nicolò Zaniolo
Nicolò Zaniolo (Photo by Tullio Puglia/Getty Images)

Non è un ritorno, è un resoconto. Nicolò Zaniolo si prepara a calcare l’Olimpico da avversario per la terza volta, ma questa sfida ha un sapore diverso. Quell’esultanza polemica e sfrenata contro l’Atalanta dello scorso anno? “Non la rifarei,” ha ribadito Zaniolo. C’è da credergli: la grande città lo aveva soffocato, la provincia gli ha regalato la libertà e, soprattutto, la maturità.

Roma, in fondo, gli ha dato tutto: un trionfo europeo (la sua firma a Tirana), una famiglia e due figli in arrivo. È impossibile recidere quel legame. Eppure, per un periodo, l’Olimpico lo aveva idealizzato come l’erede spirituale – con tutte le dovute cautele – di un certo Totti.

Rinascita in provincia: la testa, non solo le gambe

Il viaggio di Zaniolo lontano dalla Capitale era partito tra le solite ombre: un gol anonimo in Coppa, un errore clamoroso in campo, l’eco di vecchie liti. Ma questa volta, il copione è cambiato. Ha lavorato a testa bassa, sostenuto dalla nuova serenità familiare e dallo staff dell’Udinese, che lo ha protetto dalla dispersività che lo aveva consumato.

Passo dopo passo, con il sorriso ritrovato, Zaniolo è tornato a splendere. Minuti, giocate, e gol pesanti contro Cremonese, Juve e Atalanta. Ha ritrovato quell’equilibrio cruciale: “Sono più sereno ora. Nel passato rincorrevo la perfezione e volevo strafare, ora ho trovato un equilibrio fuori dal campo che mi permette di essere tranquillo.”

Il suo obiettivo è chiaro: la Nazionale e il Mondiale. Ma non è più un chiodo fisso; il suo focus è quotidiano, concentrato sull’Udinese.

Il muro dell’Olimpico: tra amore e fischi

Quando, dopo un infortunio alla spalla, Venditti lo chiamò sul palco a cantare “Grazie Roma”, i tifosi impazzirono. Quattro mesi dopo, era già al Galatasaray. L’Olimpico, da stadio dei sogni, si era trasformato in un incubo (culminato con l’espulsione contro la Fiorentina) che aveva scatenato quell’esultanza sopra le righe.

Domani, c’è un’unica premessa: sarà solo calcio. Zaniolo non è un nemico, ma un avversario temibile, e l’accoglienza sarà il solito inferno emotivo dei tifosi giallorossi. I fischi sono un dato di fatto, il prezzo da pagare per il talento incompiuto.

La differenza, stavolta, è che Zaniolo ha la testa per andare oltre. Ha lasciato il manicomio emotivo della grande piazza per ritrovare il suo gioco. E chissà se, a vederlo rinato, la Roma non abbia un piccolo, amaro rimpianto.