Calcio

Gascoigne, tra struzzi, linguacce e nudità: le follie di un genio del calcio

Alcune delle più grandi follie di Paul Gascoigne, un genio autentico del calcio che in Italia abbiamo apprezzato con la maglia della Lazio
Paul Gascoigne, Lazio
Paul Gascoigne, Lazio

Chi era Paul Gascoigne può essere una domanda in grado di offrire risposte differenti. Paul Gascoigne può esser stato uno dei più grandi talenti inglesi di sempre, ma anche un calciatore folle spesso protagonista di episodi che a loro modo hanno fatto la storia del calcio. Se si parla con chi lo ha conosciuto da vicino, la risposta comune è: genio e sregolatezza. Un giocatore geniale, capace di colpi da vero e proprio fenomeno, ma sempre pronto ad andare oltre le linee tra giochi e scherzi che non hanno mai creato problemi, ma sono sempre stato motivo di fragorose risate. In Italia lo ricordiamo per il suo periodo alla Lazio, condizionato da infortuni che non gli hanno permesso mai di esprimersi al meglio, ma che hanno comunque regalato al popolo biancoceleste momenti di estremo stupore.

Gascoigne erede di Maradona? Quegli infortuni…

Calleri lo aveva acquistato dopo esser rimasto colpito dalla sua prestazione a Italia ’90, quando fu eletto come miglior giovane del Mondiale. Stupiva con l’Inghilterra, lo aveva già fatto con le maglie del Newcastle e del Tottenham in Premier League. Maradona parlò di lui, al termine di un’amichevole tra Lazio e Siviglia, come del suo erede perché quella qualità forse nessun altro al mondo la aveva in quel momento. Gli infortuni che lo hanno colpito nel corso della carriera, però, lasceranno sempre un punto interrogativo sulla veridicità delle parole di Maradona, così come l’amarezza di non averlo mai vissuto veramente. Come detto, però, Gascoigne non era solo un calciatore talentuoso, ma per chi lo ha conosciuto è stato anche un compagno di squadra tanto affettuoso, quanto ingestibile. I racconti su di lui sono leggenda e ce ne sono alcuni che meritano di essere proposti ancora una volta, come quelle favole che si raccontano ai bambini.

Gascoigne, uno struzzo per amico

Gascoigne era un attore della vita. Un personaggio capace di improvvisare e regalare finali a sorpresa che forse neanche i migliori registi avrebbero mai potuto ideare. Un gesto folle e incredibile risale ai tempi di quando era un giocatore del Tottenham. ‘Gazza’ a quei tempi aveva un amico che lavorava allo zoo di Londra e un giorno, approfittando di questa amicizia decise di recarsi da lui a chiedergli di prestargli uno degli struzzi del parco. L’idea, diventata poi realtà, era quella di presentarsi al centro sportivo del Tottenham con uno struzzo al guinzaglio. E lo fece, ma non si limitò a questo.

Gli mise indosso, infatti, anche una maglietta degli Spurs con il numero 8 – il suo sulle spalle – e una volta presentatosi alla soglia del campo d’allenamento, in clamoroso ritardo, si rivolse al tecnico dicendo che era andato ad accogliere un nuovo acquisto. «Ehi, mister, ti ho portato un nuovo giocatore» disse al tecnico che, di buon grado, accettò lo scherzo e la richiesta di Gazza di far allenare lo struzzo con loro. Lo stesso campione inglese racconta in un documentario che, al termine dell’allenamento, fu davvero dura riuscire a riacciuffare l’animale: «I problemi sono arrivati quando è finito l’allenamento, non riuscivo a prenderlo. Poi quando sono riuscito ad acchiapparlo ho detto: ‘È veloce ma non segna gol’ così l’ho riportato al suo proprietario. Avete idea di quanto sia difficile catturare uno struzzo?».

Gascoigne tra gialli all’arbitro e linguacce

Quella dello struzzo è tra le più sorprendenti ed esilaranti, ma di follie Gascoigne ne ha fatte tante. Gazza è il calciatore che, il 30 dicembre 1995, raccolse il cartellino caduto dalla tasca dell’arbitro di Rangers-Hibernian (lui giocava per i padroni di casa) e per scherzo lo ammonì: questo gli costò un cartellino giallo per la permalosità del direttore di gara. Gascoigne è il calciatore delle linguacce, dei gesti fatti apposta per esser catturati dalle telecamere, è il ‘C’mon guys’ nello spogliatoio della Lazio la mattina dell’allenamento dopo una serata alcolica in giro per la Capitale. Genio e sregolatezza, sì, anche idolo di chiunque abbia avuto il piacere di vederlo con indosso la propria maglia del cuore. Un giocatore e una persona alla quale è impossibile non voler bene, anche quando le difficoltà della vita post-calcio lo hanno messo davanti a sfide davvero dure, costretto ad affrontarle da solo, senza quel sorriso che lo aveva sempre contraddistinto sul campo di Tor di Quinto a Roma.

Gascoigne nudo: l’incubo di Zoff

Ma c’è un altro retroscena che merita sicuramente di essere ricordato per rendere idea di chi fosse Paul ‘Gazza’ Gascoigne ed è avvenuto durante la sua parentesi italiana alla Lazio. In quel momento l’allenatore dei biancocelesti era Dino Zoff e insieme alla squadra si trovava quel giorno in hotel. L’ex portiere scende a pranzo con lo staff e con i giocatori, ma lungo la tavola c’è un posto vuoto: quello di Gascoigne. Allora Zoff decide di mandarlo immediatamente a chiamare dicendo: «Ditegli di scendere subito a pranzo così com’è» e forse sottovalutando la follia di Gazza. Passano pochi minuti e nella sala del ristorante, dov’era la Lazio e gli altri ospiti dell’albergo, si vede spuntare Paul Gascoigne completamente nudo e prima ancora che Zoff o qualcuna altro gli chiedesse il motivo, lui disse: «Mister, lei mi aveva detto di scendere così com’ero e io sono sceso così com’ero». La nudità, d’altronde, non è mai stata un problema per Gazza, anzi, spesso motivo di scherzo: come quella volta che, mentre erano in pullman per andare in trasferta, imboccano una galleria e all’uscita Zoff lo ritrova seduto a fianco a lui completamente senza vestiti. Li aveva levati approfittando del buio.