Il Pallone d’Oro dello scandalo: la vittoria “misteriosa” di Cristiano Ronaldo

È il trofeo più ambito, il sogno di ogni calciatore, ma la sua storia non è priva di ombre. Il Pallone d’Oro 2013, quello che ha consacrato Cristiano Ronaldo nel duello eterno con Lionel Messi, è stato circondato da un velo di mistero, accuse di voto truccato e un clamoroso scandalo mai del tutto risolto. Una storia che getta un’ombra su uno dei premi più prestigiosi del calcio, proprio a pochi giorni dalla cerimonia del 2025.
I voti “misteriosi” e le accuse di frode
Mentre Ronaldo dominava a suon di gol (ben 55 in una sola stagione), la sua bacheca restava vuota. Il Real Madrid, infatti, non aveva vinto né la Liga né la Champions League. A contendersi il premio c’era un altro fuoriclasse, Franck Ribéry, che aveva vinto un clamoroso triplete con il Bayern Monaco, ma il risultato fu una beffa: il portoghese vinse per un soffio, con appena il 27,99% dei voti, superando Messi e Ribéry, che si fermarono rispettivamente a 24,72% e 23,36%.
Fu dopo la votazione che il caso esplose. Due allenatori di nazionali, Jorvan Vieira del Kuwait e Juan Carlos Buzzetti delle Fiji, denunciarono pubblicamente delle discrepanze tra i loro voti e quelli pubblicati. Vieira, in particolare, lanciò un’accusa esplosiva: “Credo ci sia stata una frode, perché ho votato anche per Ibrahimovic”, dichiarò. Anche Buzzetti si disse confuso, sostenendo di non aver mai votato per Robert Lewandowski, un nome apparso nei risultati finali. Le accuse rimasero senza una prova concreta, ma il dubbio su quel risultato non è mai stato fugato.
La rabbia di Ribéry e il verdetto della storia
Se il voto è un mistero, il commento di Ribéry è una ferita ancora aperta. Il giocatore del Bayern, che aveva vinto tutto, espresse tutta la sua delusione. “Ho vinto tutto, sia a livello di squadra che individuale”, disse. “Ronaldo non ha vinto nulla. Non sono triste, ma il mio cuore è a pezzi”. Ribéry si scagliò contro la “politica” che a suo dire governava il calcio e che, secondo lui, aveva penalizzato il suo club.
Il tempo ha poi dato ragione a Cristiano Ronaldo, che ha vinto nuovamente il premio l’anno successivo dopo aver conquistato la Champions League. Ma il ricordo di quel 2013 resta un monito: la vittoria più prestigiosa nel calcio può essere controversa, ambigua, e lasciarsi dietro un sapore amaro, anche per i vincitori.