La rivolta del calcio contro il genocidio a Gaza, Salah: “Diteci come è morto Obeid”

Il genocidio a Gaza non si ferma, la guerra prosegue senza tregua e senza pietà nonostante la richiesta a gran voce, di gran parte del mondo, di fermare il massacro. Alla protesta si è unito, finalmente, anche il mondo del calcio. A scatenare la ‘rivolta’ è stato il tweet della Uefa in seguito alla morte di Obeid Sulemain, leggenda del calcio palestinese ucciso a Gaza dall’esercito israeliano mentre era alla ricerca di cibo per la famiglia.
La protesta di Salah
Il messaggio aveva lasciato in silenzio il mondo del calcio occidentale, con pochissime eccezioni. L’organismo internazionale è finito sotto attacco per non aver spiegato i motivi della morte. Mohamed Salah ha pubblicato un messaggio di risposta, facendosi portavoce di quello che migliaia di persone avevano scritto nelle ore precedenti. “Potete dirci come è morto, dove e perché?”, ha scritto il giocatore del Liverpool. Un primo passo che, si augurano, possa smuovere il mondo del calcio finora bloccato sull’argomento.
Il messaggio di Cantona
Prima dell’ex Roma a esporsi sulla questione era stato Eric Cantona. La stella del Manchester United ha pubblicato un ricordo di Obeid, chiedendo di aprire gli occhi sui crimini del governo israeliano. “Israele ha appena ucciso la stella della nazionale palestinese Suleiman Al-Obeid mentre aspettava aiuti a Rafah – ha scritto – È stato soprannominato “Il Pelé della Palestina”. Per quanto tempo ancora dobbiamo lasciarli commettere questo genocidio? Palestina libera”.
Il gesto di Fenerbahce e Galatasaray
Si è esposto anche il campionato turco. Prima della gara di Conference League i giocatori del Besiktas sono scesi in campo con questa scritta sulla maglia: “Fermate i crimini contro l’umanità, insieme possiamo fermare questo silenzio”. Lo stesso hanno fatto quelli del Fenerbahce che prima della sfida di Champions League col Feyenoord hanno indossato delle maglie con su scritto: “Basta così”.