Mondiale per Club

Luis Enrique, le scuse per il colpo a Joao Pedro: “Sono stato uno stupido”

Il commento del tecnico del PSG, protagonista di un brutto gesto dopo la finale del Mondiale per Club
La rissa alla finale del Mondiale per Club
La rissa alla finale del Mondiale per Club (Photo by Heuler Andrey/Eurasia Sport Images/Getty Images)

Il Chelsea ha vinto il Mondiale per Club grazie alla vittoria in finale per 3-0 contro il PSG. La gara è stata caratterizzata anche da una particolare rissa dopo il triplice fischio finale, nata da una discussione tra Donnarumma e Joao Pedro e che ha coinvolto anche il tecnico dei parigini Luis Enrique. L’ex allenatore del Barcellona, infatti, ha dato una manata al calciatore del Chelsea e ora rischia anche una squalifica dalla FIFA. 

Luis Enrique: “Sono stato stupido”

Poi, nelle interviste post partita, ha commentato l’episodio: “Sono stato uno stupido: lui è lì, mi spinge, io lo tocco e lui si butta. Sono andato tra i giocatori per dividerli e impedire che la situazione peggiorasse, la tensione era altissima, ma la mia intenzione era esclusivamente questa: altro non ho da dire”. 

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Le parole di Luis Enrique in conferenza

Luis Enrique, in conferenza stampa, ha poi parlato della sconfitta: “Qui non ci sono perdenti, siamo vicecampioni che è una cosa molto diversa. Perdente è chi nella vita si arrende, chi non si rialza. Qui e nello sport di alto livello non ci sono perdenti. Nei momenti difficili è sempre bene sapere chi sta dalla tua parte e chi no. Ho una caratteristica sin dalla gioventù: posso piacere o no, questo non posso né pretendo di controllarlo, ma ho la fortuna di essere apprezzato da tutte le persone che mi conoscono. Non so se posso sembrare esagerato o egocentrico, ma lo dico lo stesso senza problemi”.

L’attacco di Joao Pedro: “Non sanno perdere”

Semplicemente, non sanno perdere“, ha invece commentato Joao Pedro. A prendere le difese di Luis Enrique, però, il presidente del PSG Al Khelaifi: “Abbiamo l’allenatore più disciplinato e rispettoso del mondo. È andato a separare i giocatori ed è stato spinto. Bisogna avere rispetto anche per gli allenatori” ha spiegato il numero uno del club parigino.