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Mondiale 2026: chi sono i favoriti dopo il sorteggio? Analisi e incognite

Spagna, Inghilterra e Francia guidano le quote, ma il caldo in America e il formato a 48 squadre complicano i pronostici. L'analisi completa
Leo Messi, Argentina
Leo Messi, Argentina (Getty Images)

Con il sorteggio per la Coppa del Mondo 2026—in programma negli Stati Uniti, Canada e Messico—ormai completato, il conto alla rovescia è ufficialmente iniziato. Sebbene manchino ancora sei posti da assegnare tramite i playoff di marzo, il quadro dei gironi ha già dato il via alle prime analisi sui favoriti per sollevare l’ambito trofeo a New York a luglio.

Secondo le quote dei bookmaker e le proiezioni statistiche, le potenze europee dominano i pronostici, ma le sfide climatiche e la storia del torneo complicano ogni previsione.

Le forze europee: Inghilterra, Spagna e Francia al Top

Spagna (favorita statistica): I campioni d’Europa in carica sono la squadra su cui puntano maggiormente i dati. Nonostante un piccolo passo falso nell’ultima gara di qualificazione (un 2-2 con la Turchia), la Spagna ha vinto meritatamente Euro 2024 (battendo l’Inghilterra in finale). L’adolescente Lamine Yamal del Barcellona è già considerato uno dei migliori al mondo. Il supercomputer Opta assegna alla Spagna il 17% di probabilità di vittoria. La Spagna ha pescato un girone abbordabile (Gruppo H), che, secondo il ranking FIFA, è tra i tre più facili.

Inghilterra (seconda favorita): L’Inghilterra si è qualificata con un percorso netto, vincendo tutte le partite e senza subire gol. Finalista agli ultimi due Europei e quartofinalista in Qatar, c’è grande speranza che, sotto la guida del nuovo CT Thomas Tuchel, sia l’anno giusto. I bookmaker la piazzano come seconda favorita, con Opta che le attribuisce l’11,8% di possibilità. L’Inghilterra (Gruppo L) dovrà fare attenzione alla Croazia, definita dall’ex attaccante Dion Dublin come una “preoccupazione” a causa della sua esperienza, e al Ghana, considerata una forte nazione africana.

Francia (costanza e talento): I finalisti di Qatar 2022 sono ancora considerati tra i contendenti più forti. Opta dà loro il 14,1% di chance. L’editorialista Julien Laurens sottolinea come la squadra, all’ultimo grande torneo sotto Didier Deschamps, pur facendo grande affidamento su Mbappé, non mostri particolari debolezze.

Le big del Sud America

Argentina (i campioni): L’Argentina ha dominato il girone di qualificazione sudamericano, chiudendo in testa con nove punti di vantaggio sull’Ecuador. Con Lionel Messi ancora atteso in campo, sono tra i favoriti. Il giornalista Tim Vickery nota che l’Argentina ha mostrato eccellenza anche senza Messi, ma l’obiettivo è storico: nessuna squadra ha mai difeso il titolo Mondiale fuori dal proprio continente. L’Argentina è nel Gruppo J.

Brasile (l’incognita di Ancelotti): Nonostante una qualificazione meno brillante (quinto posto e sei sconfitte in 18 partite), molti bookmaker li piazzano come quarti favoriti. Il loro allenatore, Carlo Ancelotti, ha drasticamente migliorato la squadra, introducendo un assetto ultra-offensivo. Il Brasile (Gruppo C) si scontrerà con Marocco, Haiti e Scozia.

Le incognite estreme del clima

Un fattore decisivo e critico sarà il caldo estremo negli Stati Uniti, in Canada e in Messico durante l’estate. L’Università del Queen’s di Belfast ha rilevato che le temperature in 14 dei 16 stadi potrebbero superare i livelli potenzialmente pericolosi.

Tali condizioni favoriranno le nazioni sudamericane e africane, mentre molte squadre europee potrebbero soffrire, motivo per cui l’Inghilterra ha già chiesto che le partite vengano disputate in orari più serali. Storicamente, solo la Spagna (Sudafrica 2010) e la Germania (Brasile 2014), oltre all’Argentina (Qatar 2022), sono riuscite a vincere in un Mondiale disputato nelle Americhe o in condizioni climatiche estreme.

Le rivelazioni

Occhio anche alla Germania (Gruppo E), che dopo un inizio zoppicante ha trovato ritmo, e al Marocco (Gruppo C), sorprendente semifinalista in Qatar e autore di otto vittorie su otto nelle qualificazioni africane. Tuttavia, per le squadre africane, dover competere in due grandi tornei (AFCON e Mondiale) in sei mesi potrebbe rappresentare una sfida fisica non indifferente.

La battaglia per il trofeo è aperta e, come sottolineato da Müller in precedenza, l’unica certezza è che “c’è una possibilità” per tutti.