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Nazionale, Abodi: “Maglia poco rispettata, addio a Spalletti strano. E Ranieri…”

Le parole di Andrea Abodi sul momento complicato che sta vivendo la Nazionale, da oggi senza allenatore
Abodi
Andrea Abodi (Getty Images)

Anche il ministro per lo sport e i giovani Andrea Abodi interviene sul tema della Nazionale italiana, orfana di allenatore e di nuovo a rischio mancata qualificazione ai mondiali per la terza volta di fila. A margine dell’evento di lancio della quindicesima edizione di ‘Mediterraneo da remare’. 

Le parole di Abodi

Una qualificazione mondiale difficile da conquistare, sottolinea Abodi: «Oggi non ci sono le premesse migliori per la qualificazione al mondiale, anche se il percorso è ancora lungo. A volte si perde anche quando si vince e questo associa la prestazione con la Norvegia e quella con la Moldova. Abbiamo vinto ma abbiamo dato la sensazione di una maglia azzurra che non viene profondamente rispettata e questo la passione popolare percepisce». Il ministro per lo sport e i giovani parla poi anche delle responsabilità della Nazionale: «Chi deve riflettere non è solo una persona, è un sistema, perché quando un presidente federale viene eletto con il 98% sono tutte le componenti che devono capire come dare un contributo per cambiare qualcosa che non è solo il cambio dell’allenatore ma un cambio culturale, di un approccio e comportamentale». 

Spalletti, Ranieri e Gravina

Dalle responsabilità di Gravina fino al mancato arrivo di Ranieri, passando ovviamente per lo strano addio a Spalletti. Questo il pensiero di Abodi: «Il presidente federale è il più esposto e risponde, mentre a pagare in questo caso è l’allenatore. Le valutazioni tecniche non le commento, ma le modalità con cui si è consumato il distacco lasciano perplessi». Infine, sul prossimo allenatore della Nazionale, il ministro conclude: «Il ‘no’ di Ranieri all’Italia non penso sia stato a cuor leggero, è il frutto di una valutazione di una persona retta che ha dei principi morali forti e un amore nei confronti del calcio sano. In parte ritengo sia il no a condizioni con le quali Ranieri non sa lavorare».