Calcio

Roma, Gasperini: “Costretto ad abituarmi ad alcune cose”

Alla vigilia di Roma-Lille, il tecnico analizza adattamenti, gestione mentale e prospettive per Ferguson e Dovbyk
Gian Piero Gasperini, Atalanta
Gian Piero Gasperini, Atalanta

Alla vigilia della sfida europea tra la sua Roma e il Lille, Gian Piero Gasperini ha affrontato in conferenza stampa i temi centrali di questo avvio di stagione dei giallorossi, con cinque successi nelle prime sei uscite tra campionato e coppe: dagli aggiustamenti tattici alla gestione delle energie, fino al percorso di crescita dei suoi attaccanti, ecco di seguito i temi chiave legati alla chiacchierata con i giornalisti, dalla quale è emersa ancora una volta serenità e convinzione in vista del prossimo impegno europeo.

Oltre la zona di comfort

Il tecnico riconosce come le esigenze attuali lo stiano portando a scelte insolite: “Per zona di comfort intendevo delle abitudini che avevo conseguito negli anni, poi magari ti trovi per caratteristiche a dover cercare altre situazioni diverse. Tanto per essere chiari, per me non è usuale finire le partite con due centrocampisti come attaccanti come successo al derby o a Nizza. Sono costretto però a fare anche questo”.

La gestione delle energie

Un altro nodo riguarda la continuità di rendimento, più mentale che fisica, in relazione anche alla prestazione non proprio convincente nell’ultimo turno con il Verona: “La fatica col Verona non è stata fisica, ma più sulle motivazioni. Non è facile uscire da una partita come il derby che ti toglie energie nervose e poi la prima in Europa League, il Verona aveva una reattività maggiore. Aver segnato prima forse ha condizionato la partita, ma non ho mai pensato potesse essere un problema fisico. Il problema è sempre rientrare nella partita e valutare bene l’avversario, ci sta che in tre partite pensi che il Verona possa essere l’avversario meno ostico e poi si rivela difficilissimo. Dobbiamo acquisire queste abitudini, nel calcio di oggi con le coppe e le nazionali si gioca tre partite a settimana per undici mesi all’anno, questa ormai è la normalità”.

Duello tra centravanti

Infine, spazio ai singoli, con un’attenzione particolare alla crescita di Ferguson e Dovbyk e a un dualismo destinato a far parlare addetti ai lavori, tifosi e fabntallenatori: Ferguson è un giovane, un classe 2004 che ha fatto molto bene due anni fa. La scorsa stagione ha avuto difficoltà per infortuni e per il cambio di squadra a gennaio, ha giocato poco e il tentativo con lui è quello di riportare quelle speranze che c’erano su di lui quando da giovane era partito così bene. Si sta applicando, lui e Dovbyk si stanno alternando. È importante la loro crescita principalmente dal punto di vista atletico”.