Serie A

Bove e il ritorno in campo: “È il prossimo passo. Mi sento bene e sto parlando con la Roma”

A quasi un anno dal terribile malore di Bove, il classe 2002 si sente molto meglio e pronto a tornare in campo, ma deve ancora arrivare il verdetto dei medici
Edoardo Bove
Edoardo Bove (Getty Images)

Sembra essere passata una vita da quel 1° dicembre 2024, quando durante Fiorentina-Inter Edoardo Bove collassò a terra a causa di un malore che fece temere il peggio. Oggi il centrocampista è rientrato a Roma dal prestito alla Fiorentina e sogna di tornare in campo. Il defibrillatore sottocutaneo che gli è stato impiantato gli impedisce di giocare in Serie A, ma all’estero – dove le regole sono meno rigide – potrebbe farlo.

I dialoghi con la Roma

In un’intervista al Corriere dello Sport ha spiegato di non aver perso la speranza: si tiene in forma, tra padel e palestra, e resta in attesa del via libera dai medici. “Non riesco a star fermo – ha confidato – il prossimo passo è il ritorno in campo. Bisogna fissare il come, il dove e il quando”. Ha ricordato di aver sostenuto numerose visite, dagli elettrocardiogrammi agli studi elettrofisiologici, sottolineando che i medici si stanno muovendo con la dovuta prudenza: “Ci vuole ancora un po’ di tempo, ma sento che si sta chiudendo il cerchio. Stiamo parlando con la Roma. Ho un contratto fino al 2028, c’è ancora strada davanti”. Bove ha ammesso di non voler escludere nulla: i medici non hanno ancora dato un verdetto definitivo, ma lui si sente bene e pieno di energia. “Sto da Dio – ha detto – e ho una gran voglia di tornare alla mia passione”.

I ricordi a Firenze

Il periodo a Firenze, nonostante le difficoltà, per lui è stato significativo. Ha detto di sentirsi molto legato alla città, descrivendola come un luogo che gli ha dato affetto e ricordi speciali: “Quando non avevo nulla da fare, camminavo per il Lungarno e il centro, vedevo solo cose belle. Alla fine, le cose più dolorose diventano anche le più potenti”.

I rapporti con Eriksen e Mourinho

Ha raccontato anche dei contatti con Christian Eriksen, con cui ha detto di sentirsi vicino pur non conoscendolo di persona, e con José Mourinho, che considera il suo “papà calcistico”. Lo Special One, ha ricordato, si era fatto vivo subito dopo l’accaduto e continua a chiamarlo con affetto Eduardo.