Serie A

Insigne e un addio burrascoso: cos’è successo con il Toronto?

Cos'è successo tra Insigne e il Toronto? Cosa c'è dietro la sua rescissione con i canadesi? La ricostruzione degli ultimi mesi
Insigne
Insigne, Lorenzo (Getty Images)

Lorenzo Insigne ha fatto ritorno in Italia. L’ex capitano del Napoli nelle scorse ore è atterrato a Roma nella speranza di poter trovare al più presto una nuova avventura dalla quale ripartire, per farsi trovare pronto in vista dell’eventuale Mondiale del 2026. Un desiderio espresso anche ai microfoni dei cronisti presenti a Fiumicino al momento del suo arrivo. Insigne si è detto carico, volenteroso e in forma per riprendere da dove aveva lasciato tre anni fa quando aveva lasciato un Napoli in rampa di lancio, destinato a vincere due degli ultimi tre Scudetti. Il suo approdo al Toronto sembrava aver messo la parole fine sul suo rapporto con la Serie A, ma in Canada le cose non sono andate come sperava. Sono state 76 le sue apparizioni, 19 i gol segnati e 16 gli assist. Decisamente meno rispetto alle aspettative, considerando il livello del calciatore e quello del calcio con il quale si è dovuto relazionare.

Insigne o non Insigne? Cambia poco…

Dietro il fallimento di Lorenzo Insigne, però, non ci sono motivazioni sportive. Tutt’altro. L’esterno napoletano non è mai entrato in sintonia con il popolo canadese, nonostante l’accoglienza da grande campione. La rescissione del contratto con il club, in questo senso, ne è stata la dimostrazione evidente. I rapporti si erano ormai interrotti e l’unica strada perseguibile era quella dell’addio anticipato. Ma cosa ha portato a questa profonda spaccatura?

Il mancato adattamento di Insigne in un contesto che non si addiceva a lui, fin troppo diverso rispetto a quello in cui è cresciuto, è una delle ragioni per cui i rapporti si sono deteriorati rapidamente. Il suo rendimento non ha mai rispecchiato i 15 milioni di euro di stipendio che il club gli ha riconosciuto e le posizioni di classifica del Toronto ne erano la logica conseguenza. Avere Insigne in campo o non averlo per il tecnico Robin Fraser era la stessa cosa, al punto che mettendolo fuori rosa la squadra non ha subito le ripercussioni che, con altre prestazioni, aveva logicamente avuto.

Insigne fuori rosa e con le spalle al muro

Insigne nel Toronto occupava il ruolo di ‘Deisgnated Player‘, ovvero l’unico giocatore per il cui pagamento si potevano sforare le cifre stabilite dal salary cap. Il Toronto aveva puntato fortemente su di lui, lo aveva scelto per far fare al club quel salto di qualità che non è mai riuscito. E dopo due anni di attesa l’unica strada per arrivare a una separazione era diventata quella della guerra sportiva.

Insigne fuori rosa è stato messo con le spalle al muro: restare ancora una stagione ad allenarsi e basta in Canada o rescindere consensualmente il contratto e dare quindi modo al Toronto di risparmiare una buona fetta del budget, da reinvestire in un eventuale sostituto pescato anche lui dall’Europa. Intanto, Insigne torna in Italia e spera di restarci: con Maurizio Sarri che spinge per portarlo alla Lazio e lui che lo riabbraccerebbe volentieri. Covisoc permettendo.