Inter, Marotta si laurea: “Non ho potuto fare un percorso normale”. E su Chivu e Ausilio…

Non capita spesso che Beppe Marotta mostri emozione in pubblico, eppure ieri pomeriggio all’Università Bicocca di Milano l’amministratore delegato dell’Inter ha lasciato trasparire un sentimento raro, anche per chi ha vissuto tante stagioni nel calcio. L’occasione era la cerimonia di conferimento della Laurea magistrale Honoris Causa in “Marketing e mercati globali”.
Chi c’era alla cerimonia
All’evento erano presenti anche figure di rilievo come Luigi De Siervo, gli amici di una vita Galliani, Braida, Carnevali e Marino, e Katherine Ralph, in rappresentanza della proprietà americana del club. Non sono mancati il Questore di Milano, Bruno Megale, e Vittorio Bosio, numero uno del CSI, così come Guido Borghi, primo presidente di Marotta al Varese. Ma il vero calore è arrivato dalla famiglia: la moglie Elena, il figlio Giovanni e il fratello Salvatore erano in prima fila, insieme agli affetti più cari del presidente nerazzurro.
Le parole di Marotta
“Il lavoro mi ha tolto la possibilità di arrivare a una laurea con un percorso normale, ma lo stesso lavoro oggi mi permette di arrivarci in un altro modo”, ha detto Marotta, mostrando orgoglio per il traguardo raggiunto ma senza mai smettere di guardare avanti. Il racconto della sua carriera è partito da un ricordo d’infanzia: la prima partita vista in tv, Italia-Corea del 1966, che ha acceso la passione per il calcio.
Su Chivu e Ausilio
Guardando al presente, l’obiettivo resta ambizioso: portare l’Inter a competere al massimo livello. “Non bisogna essere arroganti, ma ambiziosi”, ha sottolineato, ribadendo fiducia in Cristian Chivu: “Abbiamo un grande allenatore, non è per niente una soluzione di emergenza. Ha un metodo di lavoro moderno, riesce a valorizzare i giocatori, ha grande motivazione”.
Marotta ha confermato anche il ruolo chiave di Piero Ausilio: “Ha il dna dell’Inter e un’identità. Sono sicuro che il suo futuro non sarà lontano da Milano, posso dirlo in maniera concreta”. Un riconoscimento alla continuità e al lavoro di squadra, elementi che hanno accompagnato la carriera di Marotta dalla provincia all’Olimpo del calcio.