Serie A

Italia, pressing Abodi per lo stage a febbraio: “Non mettiamoci i bastoni tra le ruote da soli”

Il ministro per lo sport e per i giovani si è detto fiducioso sulla possibilità di organizare uno stage dedicato all’Italia in vista degli spareggi di marzo
Abodi
Andrea Abodi (Getty Images)

Un ko pesante, non tanto per come arrivato ma per quello che significa. L’Italia cade contro la Norvegia anche in casa, perdendo per la prima volta nella sua storia una gara di qualificazione ai Mondiali tra le mura amiche, e conferma il proprio posto ai playoff di marzo. Un incubo che si ripete per gli Azzurri, ai playoff anche nelle ultime due occasioni ma senza fortuna. Proprio in vista dell’appuntamento della primavera 2026 diverse voci, tra cui quella del CT Gattuso, si sono levate nella richiesta di comprensione da parte della Serie A. Difficile ipotizzare in tal senso un rinvio della giornata precedente gli spareggi considerando il calendario affollato, più probabile invece uno stage qualche settimana prima. Proprio in tal senso si è espresso anche il ministro per lo sport e per i giovani Andrea Abodi a Radio Anch’io Sport su Rai Radio 1

Il pensiero di Abodi

Interrogato sulla possibilità di concedere uno stage a Gattuso in vista del prossimo e decisivo appuntamento dell’Italia in vista dei Mondiali 2026, il ministro Abodi è parso abbastanza sicuro: «Penso proprio di sì, è interesse comune che gli Azzurri vadano ai Mondiali. Sono convinto che si troverà un’intesa, a febbraio ci sarà questo stage. Gli altri lo fanno con un approccio diverso, noi invece abbiamo questa capacità di metterci i bastoni tra le ruote da soli». Sulle chance degli Azzurri di centrare la rassegna della prossima estate ha poi mostrato ottimismo: «C’è sempre una speranza, guardo sempre gli aspetti positivi: un primo tempo più che dignitoso e la prospettiva di un ingresso al Mondiale che ancora ci giochiamo. Dobbiamo fare in modo che questa prospettiva sia un elemento di fiducia».

Tirata d’orecchie

Nel corso dell’intervento, il ministro Abodi ha toccato diversi argomenti: dal successo di Sinneralla questione stadi in vista di Euro 2032. C’è stato spazio però anche per una tirata d’orecchie al sistema calcio italiano: «Tutte le altre discipline dimostrano che ancora abbiamo talento ed è strano che nel calcio fatichi a emergere. Viene dato poco spazio ai giovani italiani. Evidentemente dobbiamo fare un esame di coscienza. Non è che da qui a marzo possiamo cambiare le cose, ma dobbiamo capire che nei momenti di difficoltà bisogna presidiare l’obiettivo immediato e al tempo stesso programmare il futuro. Negli ultimi vent’anni il calcio ha sacrificato il talento. C’è molto più attenzione alla funzionalità del gioco piuttosto che al talento. Ieri sera abbiamo visto due ventenni norvegesi come Nusa e Bobb, entrambi hanno un rapporto col pallone che noi facciamo fatica a sviluppare. Forse anche il modello tecnico va rivisto».