Milan-Lazio, quello di Pavlovic era rigore? La spiegazione di Rocchi – VIDEO
Il tocco di gomito di Pavlovic nel recupero di Milan-Lazio ha scatenato tantissime polemiche nelle scorse ore, scaturite anche dall’enorme confusione intorno all’episodio. È il 96′ quando Romagnoli, dal centro dell’area, prova la conclusione al volo su un cross di Nuno Tavares. Il tiro del difensore sbatte contro il braccio del centrale del Milan, impegnato in corpo a corpo (meglio definibile come trattenuta) con Marusic. La conclusione del numero 13 della Lazio finisce in calcio d’angolo, Collu indica la bandierina ma Guendouzi dà il via alle proteste tra la rosa biancoceleste chiedendo a gran voce il calcio di rigore.
Il confronto con il VAR e la decisione di Collu su Pavlovic
Nel frattempo Di Paolo da Lissone studia la situazione e, come si evince dai dialoghi resi pubblici durante la trasmissione Open VAR su DAZN, giudica punibile il tocco di Pavlovic. Collu viene quindi richiamato al VAR, discute con Allegri che viene espulso per avergli urlato: «Ogni volta che arbitri te… ogni volta che arbitri te…», e dopo aver riportato alla calma la situazione rivede l’episodio al monitor, dialogando co Lissone. Durante l’analisi, però, Collu nota una trattenuta di Marusic che, a detta sua, è giudicabile fallosa e precedente al tocco di braccio di Pavlovic, anche questo secondo lui, così come per il VAR, punibile. La decisione del fischietto sardo, sulla quale Di Paolo è in disaccordo, è quindi quella di non assegnare rigore, nonostante la fallosità dell’intervento del centrale del Milan, ma di punire la trattenuta dell’esterno della Lazio.
Il dialogo tra VAR e Collu svelato a Open VAR
SALA VAR: «È possibile fallo di mano? Sto guardando, aspetta dammi tempo. Chi la colpisce prima? Il braccio è salito, vedi dove va questo pallone. Aspetta, check in corso. Qui la mano però sta attaccata, perché se sta andando in porta potrebbe essere punibile ma quel braccio mi sembra proprio super attaccato… Eh insomma, no, è un po’ così. E il pallone sta andando lì. Dobbiamo vedere l’APP, c’è un possibile tocco di mano, devo controllare. Lui (Pavlovic, ndr.) allarga un po’ il gomito, un pochino il movimento lo fa. Te la devo far rivedere. Ti consiglio una OFR per un possibile calcio di rigore. È un tiro in porta, poi comunque lo valuterà. Pavlovic allarga anche un po’ il gomito».
COLLU: «Punto di contatto di Pavlovic. Lui va in opposizione col gomito, aspetta un attimo. Però c’è il fallo di Marusic che lo trattiene prima del fallo di mano».
SALA VAR: «Ti faccio vedere la dinamica allora, ok? Così lo valuti tu».
COLLU: «Fammi vedere anche la tempistica di Marusic che trattiene».
SALA VAR: «Vuoi vedere Marusic? Lui ritiene che ci sia un tirata, dobbiamo fargliela vedere con quella ancora più dietro».
COLLU: «Perfetto, c’è la maglia tirata dai. Io fischio fallo per la difesa. Mi segui?».
SALA VAR: «Sì, ti sto seguendo. È una tua decisione».
COLLU: «Ok, io spiego anche che c’è il fallo di mano, ma c’è il fallo prima».
SALA VAR: «Lui sta davanti però secondo me, comunque è una scelta sua. Per me non può essere».
L’analisi di Rocchi sul fallo di mano di Pavlovic
Per commentare l’episodio incriminato, proprio durante la già citata Open VAR, è intervenuto il designatore arbitrale Gianluca Rocchi che, sulla decisione di Collu e sull’intervento del VAR, si è espresso giudicando erroneo sia la chiamata all’OFR, sia la valutazione di Collu di segnalare il fallo di Marusic. Secondo Rocchi, infatti, la vicenda si sarebbe dovuta concludere banalmente con u calcio d’angolo, come inizialmente assegnato dal direttore di gara.
Il commento di Rocchi
«È stato un weekend molto positivo anche se sono un po’ rammaricato per un episodio (Milan – Lazio, ndr.) che ha fatto un po’ discutere. Togliendo quello, è stata una giornata eccellente. Anche in quella partita era stata fatta un’ottima direzione di gara. Sul rigore non ci sono dubbi, meritava un check di 15 secondi. Non ha nessun grado di punibilità. Mi dispiace e mi sorprende il fatto che il VAR vada subito nella direzione del rigore, non capisco cosa possa essere scattato nella testa di questi ragazzi. Mi allaccio a una cosa di cui ho sentito parlare molto e me ne assumo la responsabilità: quando parlo di un OFR in più, non è che se ho un dubbio mando l’arbitro al monitor, sennò rischiamo di creare un cataclisma. Per chi sente l’audio ha capito bene che la decisione non è dubbia e che per il VAR è rigore. Dobbiamo continuare a lavorare come abbiamo sempre fatto, ai ragazzi lo dirò e me ne prendo la responsabilità, forse non sono stato chiaro io sugli OFR. Tornando all’episodio, non è rigore, ma non è mai fallo alla difesa. La decisione giusta era calcio d’angolo. Capisco chi si arrabbia, ovvero la Lazio, perché se non gli dai rigore l’avrebbero accettato subito. Nessuno mette in discussione la punibilità di questo tocco di mano, che tra l’altro è a trenta centimetri, una pallonata, con il giocatore che è in contrasto con l’avversario».
Il tiro di Romagnoli era verso la porta
«Ho sentito dire un’altra cosa che non mi piace per niente, ovvero che sia un tiro in porta. Non c’entra niente, nel regolamento non c’è scritto che se va in porta è rigore e se non ci va non lo è: o è rigore o no. La soluzione migliore sarebbe stata un calcio d’angolo, anche se poi qui l’arbitro avrebbe concesso un rigore sbagliando. Abbiamo fatto un errore meno importante rispetto all’altro, ma comunque rimane una situazione non gestite bene. Il tocco di braccio non è un punibile; il fatto che il pallone stia andando verso la porta non è un parametro, magari è un’aggravante. Si doveva ripartire da un corner».
L’ostruzionismo delle panchine
«Quando gli arbitri vanno al monitor, dobbiamo metterli nelle condizioni di lavorare nel miglior modo possibile. Se gli metti pressioni, o addirittura vai prima a protestare, non va bene. È corretta l’espulsione, ma non vorrei espellere le panchine, vorrei che capissero la difficoltà di questa decisione e che aspettassero la scelta finale. Poi capisco che siamo al 96′, c’è tanto stress, tensione, però noi dobbiamo pensare a mandare un ragazzo al monitor nella massima tranquillità possibile. Se non sei lucido e non sei tranquillo, non decidi bene».