Napoli, Conte: “Può essere una stagione superlativa! Vogliamo…”

Siamo alla vigilia della partita più attesa del campionato, almeno per Napoli e Inter. Venerdì sera, alle 20.45, i partenopei si giocheranno al vittoria dello Scudetto contro il Cagliari, con lo sguardo puntato al Sinigaglia dove in contemporanea si giocherà la sfida tra il Como e l’Inter. I nerazzurri sono a una misura di distanza dal primo posto. Una sconfitta della squadra di Antonio Conte favorirebbe la rimonta degli uomini di Inzaghi, se al contrario dovessero vincere ogni discorso sarebbe chiuso dal triplice fischio che sancirebbe il successo napoletano. Complicata, invece, l’ipotesi spareggio, verificabile solo se il Napoli dovesse perdere e l’Inter pareggiare. Per presentare la serata di venerdì, è intervenuto in conferenza stampa il tecnico partenopeo Antonio Conte che partendo dalla sua esperienza ha provato ad analizzare gli ultimi novanta minuti del campionato.
Conte vuole regalare un sogno ai tifosi
«Sicuramente c’è tanta voglia di giocare, veniamo da una stagione bella stressante e chiaramente potrebbe essere l’ultima partita che chiude una stagione per me in una nuova piazza, un nuovo ambiente, dove chiaramente sentiamo la responsabilità di regalare a Napoli, ai tifosi, qualcosa di bello e storico. Io parto dalla mia esperienza che mi ha sempre detto che vincono le squadre che hanno meritato e dimostrato di più. Parliamo di 38 partite, a differenza di tornei brevi, che poi ora non sono neanche così brevi, dove lì è importante il sorteggio, trovi avversari con squalificati o infortunati, in un percorso più breve può spuntare qualcosa di diverso, ma 38 partite sono tante e delineano chi merita. Serve regolarità, di risultati, prestazioni, gestire situazioni. Nei tornei brevi hai meno tempo».
L’esperienza di Conte
«Io posso essere uno specialista in vittorie, ma anche in sconfitte. La mia carriera parla chiaro se vedete quello che ho perso, quanti finali, 3 di Champions, una di coppa del mondo, uno di Europei, una di Coppa Uefa, ve ne potrei dire tante. Io cerco di essere specialista nell’aiutare il club ed i ragazzi, poi se il nostro meglio ci porta a vincere allora è una grande soddisfazione, ma non voglio che si dimentichi che in carriera ci sono vittorie e sconfitte che mi hanno creato una scorsa molto dura ed a volte anche cattiva, che mi fa diventare cattivo a volte. Dispiace non esserci, dopo un campionato del genere vorresti essere lì, con i tuoi tifosi per guidare la squadra. C’è grande fiducia nel mio staff, come sempre, nei tifosi, nell’ambiente che ci sarà e anche se dalla tribuna il mio cuore sarà lì, anzi due cuori».
La partita contro il Cagliari
«Distrarsi è molto difficile, la distrazione mi arriva quando mangio, a pranzo o cena, forse neanche il pranzo, solo la cena. O quando dormo. Ma è inevitabile, una settimana corta, ma intensa, piena di emozioni, sappiamo benissimo che la mente porta dappertutto. Abbiamo provato a focalizzarci sul lavoro, prepararci bene, è la partita più importante della stagione. Prima parlavamo di importante, molto importante, questa in assoluto è quella che decide la stagione e decide che tipo di stagione hai avuto, se ottima o superlativa! Le partite le abbiamo sempre aggredite, dall’inizio, è il mio credo. Ho sempre cercato di trasmetterlo, a volte ci riusciamo meglio, altre volte è più difficile, dipende anche dall’avversario, domani c’è il Cagliari che è una buona squadra e dovremo fare la nostra partita rispettando l’avversario al 100%. Se lo rispettiamo avremo più chances di vincerla, ho ricordato al gruppo anche le mie esperienze calcistiche e tramite il vissuto provi a dare avvertimenti importanti ai ragazzi. Anche domani bisognerà lavorare, lavorare in fase offensiva e difensiva, tutti insieme, sappiamo benissimo che il lavoro ci ha portati ad essere qui oggi a parlare di un qualcosa di speciale. Bisognerà cercare di finire il lavoro. Quando pareggiammo con l’Inter dissi ‘se vogliamo, possiamo’, oggi la squadra sa bene che il lavoro va finito»
Che stagione è stata?
«Sicuramente molto impegnativa, la prima cosa che ho detto alla presentazione a Dimaro “è la prima volta che ricevo prima ancora di dare” e per me aver ricevuto una stima incondizionata prima di iniziare è stata una spinta importante, anche una pressione molto importante. Quando vuoi ripagare la gente che ha fiducia in te, in base alla carriera, la carta, il curriculum, ma non aveva visto il tipo di lavoro che avremmo affrontato e quindi ho sentito tanta pressione ed il peso sulle spalle, qualsiasi cosa veniva fatta si diceva per Conte, Conte, ma è assurdo e brutto, qualsiasi cosa fatta è stata fatta per il club, per il Napoli, dagli acquisti alle cessioni e tutto ciò che è accaduto non è per me Conte, o accontentare Conte, non è così. Tutto quanto fatto e indirizzato è stato per il club, la crescita del Napoli».