Roma, Gasperini: “L’obiettivo è la Champions. Ho rifiutato la Juve perché…”

Gian Piero Gasperini ha iniziato la sua nuova era da allenatore della Roma. Dopo aver lasciato l’Atalanta al termine di nove anni che sono stati da esempio per il calcio italiano ed europeo, nel corso del quale hanno raggiunto traguardi impensabili per il club bergamasco, le strade si sono separate con il tecnico che ha scelto di continuare la sua avventura nella Capitale. Nella giornata di oggi Gasperini si è presentato a stampa e ambiente in conferenza stampa, rispondendo alle domande dei giornalisti presenti, svelando il progetto giallorosso e alcuni retroscena che lo hanno visto protagonista prima di firmare per la Roma.
Gasperini si presenta
«Ho parlato con Ranieri inizialmente, mi ha spiegato tutto quello che è successo in questi anni. I Friedkin hanno entusiasmo per la Roma, non so se traspare, ma ci spendono tanto tempo e sono ambiziosi. Hanno individuato in me la possibilità di costruire qualcosa, ci siamo confrontati e sappiamo le difficoltà sul mercato. La proprietà è forte, vuole investire in maniera sostenibile e riportare la Roma in alto. Tutti mi mettete in guardia, ma la pressione è anche forza. Vedo entusiasmo e voglia di raggiungere gli obiettivi. Tutto va incanalato nel modo migliore, se negli ultimi anni si hanno avuto delle difficoltà va corretto per rendere la Roma più competitiva. Se il Napoli ha vinto lo scudetto e il PSG è salito sul tetto d’Europa vuol dire che i risultati si possono fare. Per farli serve costruire nel modo giusto. Anche voi volete il meglio della Roma, se riusciamo a farlo siamo più forti. »
I tifosi
«Il feeling con i tifosi? C’è sempre stato, quel che conta sono i risultati. Dobbiamo porci l’idea di poter fare qualcosa di giusto, alzare il livello. Se parto da quanto fatto da parte di Claudio è stato straordinario, lui ha dimostrato che la squadra è fondamentale al di là dei singoli. Questo è un valore da cui ripartire e mantenere per ottenere il meglio. Il programma da qui a 10 anni non si possono fare, bisogna essere concreti. Si parte da un punto, per far crescere la squadra. Il resto viene di conseguenza. Devo dare segnali importanti per prendere la gente e portarla dalla nostra parte, dare un’identità. Questa è l’ambizione più grossa, la sinergia tra squadra e tifo. Solo così superi le difficoltà, il campionato è tosto con squadre emergenti e in rialzo. C’è una corsa alla Champions per creare un gap con le rivali. Quando entri in una piazza come Roma serve farlo forte: con una squadra che ti segue e un ambiente forte. Solo così migliori. »
Gasperini su Dybala e gli altri singoli
«Dybala spero che stia sempre bene, per lui come per tanti altri. C’è un prospetto di squadra che deve essere ben chiara dove tutti spingono nella stessa direzione. Poi ci sono i singoli che cercheremo di migliorare. Se alzi il livello di tutti, ne godrà la squadra. Questo fa parte da sempre del mio percorso. Gli obiettivi sono chiari, non ci sono giocatori inadatti. Noi dobbiamo farli stare bene. Ho costruito attaccanti forti? Lo erano già, non ho fatto nulla se non tirare fuori il meglio da loro. Fa parte del mio modo di giocare, le mie squadre hanno fatto tanti gol. Si tratta di una mia caratteristica da riproporre anche qui. Partiamo da quello che c’è, poi sul mercato vedremo più avanti. Partiamo da ciò che c’è visti i risultati e lo spirito dimostrato. Non possiamo essere gli stessi, è normale che mi aspetto un mercato in entrata che possa portare migliorie e alzare il livello. Mi aspetto anche una base solida nel gruppo. Fa tutto parte di un mix. Mi auguro che la Roma possa avere figure che possano portarla più in alto. Pellegrini e Soulè? Devono avere lo spirito di fare la migliore stagione. A tutti piace il Pellegrini che entrava e faceva gol. Soulé è un attaccante e in attacco serve fare gol e assist. Oggi nel calcio moderno devi saper anche difendere, devi essere squadra. Quanto fatto dal PSG è straordinario, ha raggiunto il massimo senza campioni ma con ragazzi cresciuti in casa. Anche il Napoli è un esempio, la Roma stessa. Questi sono i principi. Oggi il calcio cambia velocemente, devi andare all’estero. L’Atalanta ha vinto l’Europa League dopo 25 anni, dal 2010 nessuna vince la Champions. Serve levarsi i luoghi comuni. »
Obiettivi stagionali
«Da questa stagione mi aspetto il massimo che sarebbe la qualificazione in Champions, per lo scudetto è presto. Voglio rendere la squadra più forte, con giocatori internazionali e con un nocciolo duro nel gruppo. Questo ci porterà a trattare giocatori in futuro che ora non possiamo permetterci. Ora mi auspico questo, con una base solida nel gruppo, con giocatori anche giovani. Questa può essere la forza».
Gasperini sul mercato
«I giocatori spesso vanno costruiti in casa, prendendo profili emergenti per farli crescere. Per essere una squadra d’alto livello serve che siano calciatori internazionali, di spessore e di valore. Questo è il programma, anche con giocatori ad oggi emergenti. Penso a Mancini e Cristante, oggi sono internazionali. Questi ragazzi devono avere l’obiettivo di fare la stagione migliore possibile. Non è il momento di accontentarsi, anche se hai 22 o 30 anni. Questo deve essere lo spirito. Parto da una base forte, grazie a Claudio. Con lui c’è stato un cambio di risultati e di prestazioni. Non è sufficiente difendere le posizioni».
Il retroscena sulla Juve e Juric
«Ho avuto la sensazione che la Roma fosse la scelta giusta per la mia carriere e per il mio modo di fare calcio. Questo è quello che cerco, di cui ho bisogno. Sono convinto di aver preso la scelta giusta. Juric? La mia esperienza è diversa, con Juric abbiamo condiviso tanto insieme. Sono passati tanti anni, le esperienze sono state diverse. Il mio modo di vedere calcio si è evoluto. Ci sono due aspetti: la riaggressione del pallone o aspettarla. Io preferisco avere il pallone, ma non è sempre possibile: serve saper fare tutto. Per me è stato un metodo vincente, ma ora lo fanno in tanto e serve duttilità. Su Juric non so cosa non ha funzionato. »
La preparazione di Gasperini
«Non ho mai fatto un gradone. Con le mie preparazioni non è mai morto nessuno (ride, ndr). L’importante è che i calciatori si divertano e si sentano fortunati nel fare questo lavoro. L’allenamento è fondamentale, sarà fatto in funzione di stare bene e migliorarsi. Non può essere un problema, ma bensì anche un divertimento. Se non sorridi non puoi giocare bene a calcio. Bisogna creare un bel clima di lavoro e di crescita l’uno con l’altro. Il mio lavoro è finalizzato a questo. Non serve un clima teso, gli avversari stanno fuori, non qui dentro».