Formula 1, Vanzini confessione shock: “Ho un tumore!”
La sua voce è nella storia della Formula 1, almeno al pari dei più grandi piloti che sono entrati nella leggenda. In Italia, Carlo Vanzini è un punto di riferimento per i giovani esperti dell’automobilismo, ma anche simbolo di quotidianità per chi vive il fine settimana incollato al televisore per vedere e sentire quanto avviene in pista. Un personaggio che ha attirato su di sé l’affetto di tutto il pubblico, che è diventato iconico nel mondo delle macchine e non solo, a volte anche in quello dei meme come quel «Problemi! Problemi! Problemi!» che urla a squarciagola quando gli imprevisti cambiano l’equilibrio di una gara e non solo. Per questo motivo spiazza tutti la notizia che lo stesso Vanzini ha raccontato ai taccuini del Corriere della Sera, scelti per rendere pubblica la battaglia che sta portando avanti contro un tumore al pancreas diagnosticatogli il 18 giugno di quest’anno.
La confessione di Vanzini
«Non me ne sono accorto. Il mio collega di Sky Davide Camicioli aveva pubblicato un post dal centro Formula Medicine di Viareggio, con il dottor Riccardo Ceccarelli. Io quest’anno pensavo di saltare il solito check up, ma quando l’ho visto l’ho chiamato per dirgli che se mi avesse avvisato sarei andato con lui. In sottofondo, sento il medico suggerirgli di presentarmi il mercoledì successivo». Vanzini si sottopone a una ecografia addominale a Verona, prenotata da sua moglie, dal quale emerge la presenza di una lesione: «Dobbiamo parlare, c’è una lesione; si può prendere, ma devi correre» gli ha detto il medico: «Mia sorella è morta al San Raffaele, per la stessa malattia. Psicologicamente, preferivo farmi vedere altrove. Il chirurgo mi ha fatto un disegnino su un foglio e mi ha parlato dell’operazione, dopo la chemio. Sapere di potermi operare mi ha fatto intravedere un po’ di luce» ha raccontato Vanzini.
Le difficoltà della malattia
Da qualche settimana ha iniziato le cure sottoponendosi a una chemioterapia: «Ho visto il professor Stefano Crippa, mi ha fatto lo stesso disegnino del collega di Verona e lì mi sono tranquillizzato: la strada era giusta». Le difficoltà non mancano, soprattutto dal punto di vista psicologico, ma lo stesso Vanzini ha svelato: «Ho imparato ad ascoltarmi, a sentire la stanchezza, le dita delle mani e dei piedi diverse dopo la chemio, le gambe che fanno giacomo giacomo. Però continuo a giocare a calcetto una volta alla settimana con gli amici di sempre: vabbè, ora sto in porta… Luca mi ha trascinato a giocare a tennis e a padel. Mi viene subito il fiatone, ma almeno ci provo. Esco con l’ebike. Un giovane pilota di Formula 1 e il medico che mi ha in cura mi hanno detto che è una questione di testa e io ce la sto mettendo tutta. Paura? L’ho avuta quando l’oncologo mi ha parlato della radioterapia e ho temuto che l’operazione saltasse. Quella notte Cristina era a Roma per lavoro e nel lettone con me c’era Anita, che si era intrufolata. Lei è uno spettacolo, mi dà forza già solo guardarla. Da poco siamo andati insieme al concerto di Alfa ed è stato un momento bello, solo nostro».