Alcaraz lancia la sfida a Sinner: “Il mio obiettivo è tornare n. 1”. E sulla loro amicizia…

Non ci sarà un nuovo duello tra Jannik Sinner e Carlos Alcaraz a Toronto dove entrambi i tennisti hanno dato forfait, ma di certo la rivalità tra i primi due giocatori al mondo è destinata a infiammarsi tra Cincinnati e US Open.
L’obiettivo di Alcaraz
In una lunga intervista rilasciata alla Gazzetta allo Sport, il 22enne di Palmar parla del suo obiettivo per la seconda parte della stagione: “L’anno scorso, dopo le Olimpiadi, ho fatto fatica a esprimermi e non ho realizzato grandi risultati. Quindi, d’ora in poi non avrò tanti punti da difendere fino alla fine della stagione. Darò il massimo nei prossimi tornei per conquistare il maggior bottino possibile. So che a Sinner non importa se avrà tanti punti da difendere, lui è un gran lottatore che gioca sempre per vincere e non si fa condizionare da questo. Ma io sono pronto per la sfida, in questo momento il mio primo obiettivo è riprendermi la prima posizione del ranking. Ora mi sto preparando per i tornei americani, in modo da arrivare al massimo della forma per gli US Open”.
L’importanza della rivalità con Sinner
Lo spagnolo sottolinea, poi, come sia importante la rivalità con il nativo di San Candido: “È una grande cosa per il nostro sport, perché invoglia le persone a guardare il tennis e a praticarlo. Le nostre sfide, come le ultime al Roland Garros e a Wimbledon, sono sempre molto attese. Più partite giocheremo contro e più persone coinvolgeremo in questo sport. Anche perché ogni volta che ci affrontiamo ci spingiamo entrambi oltre i nostri limiti. Il tennis è uno sport particolare che permette di essere grandi rivali in campo e, allo stesso tempo, di rispettarsi. Io e Sinner siamo buoni amici, possiamo parlare di tante cose fuori dal campo. Io ho grande rispetto per lui, è una bella persona, sono sicuro che riusciremo sempre a mantenere questo rapporto”.
Le due finali giocate a Roland Garros e Wimbledon
Impossibile non tornare sulle due epiche finali disputate a Parigi e Londra: “Spesso ci penso alla finale di Parigi e ancora non so come sia riuscito a ribaltare quella partita. La verità è che nello sport, ma non soltanto nello sport, devi continuare a crederci, a crederci fino in fondo. Il tennis è una strada lunga e impegnativa, e sei completamente solo con i tuoi pensieri. Quindi la chiave, nella finale del Roland Garros contro Jannik, è stata quella: pensare di poter vincere la partita, anche nei momenti più difficili, senza lasciarsi abbattere. A Londra è stato semplicemente migliore di me, Jannik è stato straordinario. Io ho dato quello che potevo, e comunque sono contento del percorso fatto”.
L’aspetto mentale è fondamentale
In ultimo, Carlitos parla di un tema sempre più dibattuto nel circuito come la salute mentale: “Ho un mentale coach che mi segue da circa cinque anni ormai e mi aiuta molto. Sento davvero la differenza rispetto al passato. Perché a volte mi vengono pensieri negativi, ma lei mi aiuta a gestirli. Mi ha dato dei consigli su come affrontare lo stress della partita e la situazione è migliorata molto. Come ho detto, è tutto nella testa. Ma non è solo una questione mentale: dipende anche dalla partita, da come la affronti, da tutto”.