Anche gli Schützen altoatesini contro Sinner: “Troppo italiano”. L’incredibile lettera a Jannik
Le parole pronunciate da Jannik Sinner nell’intervista rilasciata al direttore di Sky Sport Federico Ferri relative all’orgoglio di essere italiano (“Sono orgoglioso di essere italiano, felice di essere nato qui e non in Austria, o da un’altra parte. Questo Paese merita molto di più, anche di quello che sto facendo io”) non sono piaciute agli Schützen altoatesini che lo attaccano attraverso il comandante provinciale Christoph Schmid.
La lettera di Schmid a Sinner
Riportiamo quanto detto da Schmid, evitando ogni ulteriore commento: “Sai bene che affermazioni come questa, soprattutto se pronunciate da un personaggio così famoso, hanno un impatto che va ben oltre lo sport. Non solo vengono accolte con soddisfazione dai nazionalisti in Italia ma anche con preoccupazione qui da noi. Questo perché toccano questioni fondamentali: la nostra lingua, la nostra storia, la nostra identità. e un giorno la maggioranza dei sudtirolesi dovesse dimenticare la propria autonomia e identificarsi esclusivamente come italiani l’opera di coloro che un tempo volevano eliminare la nostra peculiarità sarebbe compiuta. Proprio l’Austria da te ‘rifiutata’ ha difeso instancabilmente i diritti della popolazione altoatesina in decenni difficili, a livello politico, diplomatico e culturale. Senza questo impegno, la nostra autonomia odierna, il nostro benessere e forse anche il tuo originale e familiare dialetto puschtra difficilmente sarebbero stati preservati. Per molte generazioni di altoatesini, l’Austria è stata l’unica voce di solidarietà, sostegno e appoggio. Per questo fa male quando personalità di spicco del nostro Paese, con parole sconsiderate, danno l’impressione che questo legame storico e l’autonomia conquistata con tanta fatica siano diventati insignificanti. Perché l’identità e la diversità culturale non devono mai scomparire dietro il simbolismo nazionale. Altrimenti, un giorno le forze politiche a Roma potrebbero essere tentate di mettere in discussione questa autonomia di cui abbiamo così urgentemente bisogno e per la quale lottiamo ogni giorno. Il nostro desiderio è semplice: quando in futuro ti verrà chiesto del tuo sentimento nazionale, ti preghiamo di considerare la portata delle tue parole. Parla, se lo desideri, della tua appartenenza all’Italia, ma fallo con rispetto verso tutti coloro che si considerano sudtirolesi, ladini o appartenenti ad altre minoranze”.