ATP Finals 2025, Ljubicic presenta la finale Alcaraz-Sinner: “Jannik deve essere concentrato dal 1° punto”. Il motivo
Il grande giorno della finale delle ATP Finals di Torino tra Carlos Alcaraz e Jannik Sinner è finalmente arrivato con il via previsto domenica 16 novembre alle ore 18:00 alla Inalpi Arena di Torino.
Ljubicic analizza la finale Alcaraz-Sinner
In una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport, Ivan Ljubicic presenta il duello tra i due tennisti più forti del pianeta: “Il fatto è molto semplice: Jannik vince sempre, e spesso vince in due set, perché fa tutto un po’ bene. Serve bene, risponde bene, spinge bene da fondo, si muove bene. Praticamente non ha punti deboli. Non c’è una tattica chiara contro di lui. Una mezza idea può essere quella di non farlo giocare, quindi essere ultra-aggressivi. Tirare forte, vicino alle righe, servire molto bene. In pratica bisogna fare tutto molto molto bene solo per riuscire a stargli alla pari, e in più sperare che lui non sia nella sua giornata migliore. Fossi in Jannik non andrei a complicarmi troppo la vita. Sappiamo che Carlos, se gli lasci tempo, è pericolosissimo. Quindi la base è: servire bene, rispondere bene e tirare forte, esattamente come sta facendo adesso. Poi devi essere molto bravo a ‘leggere’ la partita, perché dall’altra parte c’è un avversario che può cambiare qualcosa in corsa. Di Alcaraz, in questo torneo, mi ha colpito molto il rovescio: lo usa tanto, lo tira piatto, molto bene. Non bisogna pensare ‘se sto lontano dal suo dritto sono tranquillo’: per me è pericolosissimo sia di rovescio che di dritto. Anzi, a inizio torneo era quasi più pericoloso sul rovescio che sul dritto; poi ha aggiustato un po’ la mira anche col dritto. Succede tutto talmente in fretta che vale quello che ha detto Jannik nell’intervista post-match: tu non sai mai quando arriverà il momento più importante della partita. Può essere già al primo game. Per questo devi essere concentrato dal primo punto”.
ATP Finals 2025, Alcaraz-Sinner: analisi e precedenti
Le condizioni del campo di Torino
Il croato dà, poi, un suo giudizio sulla velocità del campo della Inalpi Arena: “Le condizioni mi ricordano abbastanza l’erba. Quando allenavo, era sempre importante, preparando le partite, andare a rivedere cosa era successo l’ultima volta che si era giocato in condizioni simili. Qualcuno può dire che anche lo US Open, per certi versi, era una condizione simile, ma per me qui la palla rimbalza poco ed esce molto alta: è più vicino all’erba che a un cemento outdoor. Allo US Open, al di là di qualche sensazione strana, c’era comunque un Alcaraz ‘normale’ che serviva con una certa percentuale e che ha avuto qualche difficoltà. Io come punto di riferimento prenderei di più la finale di Wimbledon, dove Sinner ha dominato: ha controllato la partita e ha spinto molto sul dritto di Alcaraz, senza lasciargli la possibilità di girarsi e fare male”.