Tennis

ATP Shanghai 2025, il giudizio di Bertolucci sul ritiro di Sinner: “Nulla di strano, i crampi capitano”

Paolo Bertolucci minimizza l’imprevisto accaduto a Jannik Sinner nel 3° turno del Masters 1000 di Shanghai con Tallon Griekspoor
Il tennista Jannik Sinner
Jannik Sinner (Getty Images)

Il ritiro di Jannik Sinner per crampi nel 3° turno del Masters 1000 di Shanghai contro Tallon Griekspoor viene commentato da Paolo Bertolucci in una intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica.

Il giudizio di Bertolucci sui crampi di Sinner

L’ex capitano della nazionale italiana di Coppa Davis ha le idee chiare su quanto accaduto: “A Shanghai c’è il 90% di umidità, c’è il tetto, ci sono temperature altissime, ci sono stati malori per il caldo asfissiante, molte lamentele, giocatori che dicevano di non vedere la palla, che hanno pensato di morire. Holger Rune ha detto: volete il morto? Taylor Fritz ha rischiato il collasso in campo. Con queste condizioni così i crampi capitano. Nulla di strano. Io li ho avuti una sola volta in campo, stavo impazzendo. Commentando la partita con Griekspoor in tv ho capito subito che si sarebbe ritirato. Tanti ritiri e polemiche? I giocatori sono ingordi. Giocano, prendono e non si fermano. Gli organizzatori fanno di tutto per avere i migliori. Senza i big il torneo non ha fascino e senza i nomi più carismatici fuggono anche gli sponsor, c’è meno attrattiva. Il tennis è diventato brutale. Meno tecnica, meno tattica, più fisico”.

Sinner non poteva non giocare a Shanghai

Il nativo di Forte dei Marmi fa, poi, una interessante riflessione: “Jannik è stato fermo tre mesi, deve andare in campo il più possibile per riprendere forma e gioco. Carlos Alcaraz ha un problema alla caviglia, solo per questo si è preso una pausa. Sono gli altri a doversi fermare. Oggi si cerca lo spettacolo a tutti i costi, ma si può non trovare. I tennisti dovrebbero fare rinunce. Brontolano, protestano ma poi si iscrivono ai tornei. E fanno anche le esibizioni. E si prendono i montepremi. Non mollano nulla. Il calendario è fitto, si gioca cinquanta settimane all’anno, ma i tennisti possono non partecipare a tutti i tornei, non sono obbligati”.