Becker deluso da Sinner: “Deve urgentemente migliorare il servizio”. E su Djokovic…

Nel podcast “Becker Petkovic podcast” l’ex n. 1 della classifica ATP, Boris Becker, analizza la finale degli US Open vinta da Carlos Alcaraz ai danni di Jannik Sinner con il punteggio di 6-2 3-6 6-1 6-4.
Becker boccia il servizio di Sinner
Il tre volte vincitore di Wimbledon si attendeva una prestazione decisamente migliore dall’azzurro: “Sono una persona onesta. Ero un po’ deluso. Mi aspettavo di meglio. Sinner, per la prima volta, è rimasto bloccato nel suo gioco. Ora è prevedibile. Sappiamo esattamente cosa succederà e Alcaraz lo sa. Per la prima volta, lo spagnolo ha fatto un vero passo avanti mentre l’italiano è rimasto lo stesso. Non sapeva come vincere i punti. Tuttavia, si è mostrato molto lucido dopo la partita e l’ho trovato fantastico. Inoltre, i suoi allenatori Cahill e Vagnozzi troveranno una soluzione e miglioreranno il suo gioco. Ma deve urgentemente migliorare il suo servizio. C’erano due mondi diversi in questa finale, quello in cui serviva Sinner e quello in cui serviva Alcaraz”.
Becker crede che il ritiro di Djokovic sia vicino
Inevitabile, poi, parlare del suo ex assistito Novak Djokovic che ha nuovamente fallito l’assalto al 25° Slam: “Prima di tutto, è notevole che Djokovic abbia davvero resistito bene per due set con Alcaraz. Soprattutto nel secondo set, ma Djokovic ha 38 anni: il fatto che sia davvero il terzo giocatore più forte del tour è molto positivo per il serbo, ma in realtà negativo per gli altri. Da un lato, Novak ha anche ammesso per la prima volta dopo la partita che non è più fattibile per lui giocare contro Sinner o Alcaraz. E non sa nemmeno per quanto tempo continuerà la sua carriera negli Slam. Ma perché gioca a tennis? Per vincere il 25° Slam e credo che ora abbia ammesso che, a causa della sua età e anche della forza di Sinner e Alcaraz, non può più realisticamente riuscirci. Sogna anche le Olimpiadi 2028 dove vuole difendere la medaglia d’oro per la Serbia, ma tra tre anni, personalmente, lo trovo irrealistico. Gli US Open mi suonavano già un po’ come un addio. Djokovic è in realtà alla fine dei suoi sogni. È finalmente rispettato e apprezzato da tutti gli amanti del tennis a New York, Parigi e Londra. Credo che abbiano finalmente capito che carriera sia stato in grado di costruire Novak Djokovic. E quanto sia importante per le giovani generazioni. Penso che ora il cerchio si sia chiuso per lui”.