Tennis

Bertolucci lancia l’allarme su Berrettini: “Potrebbe essere nella fase discendente della carriera”

Paolo Bertolucci teme che non vedremo più il Matteo Berrettini capace di raggiungere la finale di Wimbledon nel 2021
Il tennista Matteo Berrettini
Matteo Berrettini (Getty Images)

Dopo 79 giorni senza partite ufficiali, Matteo Berrettini è stato sconfitto per 6-3 6-3 da Dalibor Svrcina nel match di 1° turno dell’ATP 250 di Hangzhou, trasmettendo la sensazione di essere parecchio arrugginito e lontano da una condizione accettabile.

L’analisi di Bertolucci su Berrettini

Intervistato da Adnkronos, l’ex capitano della nazionale italiana di Coppa Davis, Paolo Bertolucci, riflette sulla prestazione del romano: “Spero che non sia in declino. Spero proprio di no. La situazione, lo sappiamo, è complicata, non è facile, ma non ha 35 anni, insomma. Però se non è a posto fisicamente e mentalmente, il rischio che siamo nella fase discendente della carriera sicuramente c’è. Chi pensa che un giocatore che ha giocato pochissime partite nell’arco dell’anno e che è fermo praticamente da quattro mesi possa rientrare e far vedere almeno una buona qualità, non certo il massimo, è un illuso. È normale che si faccia una fatica pazzesca, l’importante è che abbia risolto i problemi fisici, poi dopo dovrà giocare almeno una decina di partite prima di poter pensare di esprimere un tennis a un certo livello, prima è utopia pura”.

Ipotesi qualificazioni

Bertolucci pensa, addirittura, che giocare le qualificazioni possa essere di beneficio per il capitolino: “Sì, lo so, bisogna giocare partite, per certi versi per lui forse sarebbe meglio giocare le qualificazioni, nel senso che gioca almeno tre o quattro partite, nei tabelloni così c’è il rischio che ne gioca solo una settimana, e invece lui ha bisogno assolutamente di incamerare partite, anche se poi sicuramente dall’altra parte bisogna ricordare che al rientro bisogna andare sempre con i piedi di piombo: ingolfarsi di troppe partite ci sarebbe la paura di un nuovo infortunio, quindi ti tiri da una parte e ti scopri dall’altra. Questo è sempre il famoso dilemma e queste cose qui le sa solo lui, il preparatore. Lo sa lui quel che deve fare, però sicuramente ha bisogno di mettere su tante partite. In tanti sono ripartiti un po’ più dal basso per giocare diverse partite, però magari lui ha paura che giocando tre partite di qualificazioni e magari un paio nel tabellone principale all’interno di 4-5 giorni sia troppo e che dopo rischi un nuovo infortunio“.