Tennis

Cahill e il post Roland Garros di Sinner: “Vi spiego come Jannik ha superato il ko di Parigi”

Darren Cahill rivela come il doloroso epilogo della finale Parigi sia stato superato da Jannik Sinner nel migliore dei modi
Simone Vagnozzi, Jannik Sinner e Darren Cahill
Simone Vagnozzi, Jannik Sinner e Darren Cahill (Getty Images)

Dopo aver deciso di rimanere nell’angolo di Jannik Sinner anche nel 2026, Darren Cahill è decisamente loquace nel post Wimbledon e, in una delle tante occasioni per parlare del suo pupillo dopo il primo storico trionfo sull’erba londinese, ricorda come sia stato gestito il tremendo k.o. rimediato con Carlos Alcaraz nell’atto conclusivo di Parigi.

La rivelazione di Cahill

Il tecnico aussie spiega l’approccio tenuto dall’intero staff dopo quella delusione: “Non abbiamo parlato della finale del Roland Garros nelle 24 ore successive alla partita perché il suo modo di giocare, l’atteggiamento che ha avuto in campo, l’impegno che ha messo, sono stati impeccabili. Abbiamo poi parlato un po’ del suo gioco, forse di come sia stato un po’ più coraggioso Alcaraz nei momenti importanti. Ma a parte questo, so che continuiamo a ripeterlo, non potremmo essere più orgogliosi di come ha giocato a Parigi. Era importante per noi girare pagina il più velocemente possibile. E, come ha detto Simone Vagnozzi, siamo con lui da tre, tre anni e mezzo. La settimana che ha preceduto Wimbledon è stata la migliore settimana di allenamento che abbiamo mai avuto con lui, in termini di atteggiamento e di forma. Lui era pronto fin dal primo turno, pronto a giocare. Sapevamo che si era lasciato tutto alle spalle. È venuto a Wimbledon e ha giocato con grande determinazione. Credo che si sia visto fin dalla prima partita che ha giocato, che non aveva il “peso” del Roland Garros. Non è facile. È facile per noi metterlo da parte, ma il fatto che il giocatore si sia scrollato di dosso tutto questo ed essere riuscito a venire qui con la mentalità che aveva, è merito suo al 100%”. Penso che sia stata una sfida per tutti i soggetti coinvolti. Quindi, mettersi in quella posizione e perder una finale dello Slam per poi reagire così dice tutto sulla qualità della persona“.