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Coppa Davis 2025, Berrettini: “Ottima prestazione. Ho fatto da babysitter a Cobolli”

Matteo Berrettini ha parlato in conferenza stampa dopo il suo successo con Collignon in Coppa Davis
Matteo Berrettini
Matteo Berrettini (Getty Images)

Vola in finale di Coppa Davis l’Italia e uno dei grandi protagonisti è Matteo Berrettini. Dopo aver visto le finali 2023 dalla panchina ed esser stato parte attiva del successo nel 2024, il tennista romano va a caccia della tripletta e vuole farlo davanti al pubblico di Bologna. In conferenza stampa Berrettini ha parlato della sua prestazione con Collignon e del fattore pubblico: “Onestamente penso che il pubblico sia un fattore importante, perché stiamo giocando in Italia. È la Coppa Davis (ride, ndr). Non credo di aver vinto per questo motivo. Penso di aver giocato male alla fine. Avrei dovuto vincere il secondo set… È difficile dire “avrei dovuto”, ma ero in vantaggio di un set e di un break, potevo fare il doppio break. Stavo giocando davvero bene. Avrei potuto fare un po’ di più nel primo break point. Ma questo è il tennis. L’ho accettato. Lui ha iniziato a giocare meglio. Le palle sono diventate un po’ più grandi. Era più difficile vincere un punto dai giochi di servizio e dalla linea di fondo. Penso che fosse davvero carico perché era la Coppa Davis. Anche il pubblico lo ha aiutato. Penso che sia questo il bello della Coppa Davis. Onestamente, direi che da parte mia è stata davvero una buona prestazione”. 

Coppa Davis 2025, Berrettini: “Ho i brividi se penso al rapporto con Cobolli”

Berrettini ha poi parlato del suo rapporto con Flavio Cobolli, nato circa 15 anni fa in quel di Roma: “Quando avevo 14 anni, sono andato in questo tennis club a Roma. Ho iniziato a lavorare con suo padre e Vincenzo, che ovviamente è diventato il mio allenatore di lunga data. All’epoca Flavio aveva otto anni. È lì che ci siamo conosciuti. Ricordo lui e suo fratello Guglielmo, che è più piccolo. Vincenzo e Stefano organizzavano questi piccoli tornei nel fine settimana, in cui si giocava al meglio di tre set, ma fino a un massimo di quattro partite. Ne ho giocati molti a Roma. Questi due ragazzini erano sempre lì a giocare a tennis, godendosi la giornata. Noi facevamo un po’ da babysitter, giocando con loro. È davvero incredibile che ora siamo nella stessa squadra. Lo guardo adesso, è un uomo ormai, quindi… Significa che io sono ancora più vecchio, ma è comunque una bella sensazione (ride, ndr). Mi vengono davvero i brividi a pensare a questo rapporto nel corso degli anni”. 

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