Tennis

Fognini incorona Sinner: “Tanti bambini si avvicinano al tennis grazie a Jannik. E io…”

Dopo il ritiro avvenuto a Wimbledon, Fabio Fognini fa una sorprendente confessione riguardo al suo rapporto con il tennis
Fabio Fognini
Fabio Fognini (Getty Images)

La carriera di Fabio Fognini è terminata con l’epica sfida di 1° turno del torneo di Wimbledon con Carlos Alcaraz, persa con il punteggio di 7-5 6-7 (5-7) 7-5 2-6 6-1, e il ligure confessa di non aver più toccato una racchetta dopo quel match indimenticabile.

La confessione di Fognini

Alle Vecchie Segherie Mastrototaro di Bisceglie in occasione di una presentazione del libro di Vito Cozzoli (AD di Autostrade dello Stato spa ed ex presidente di Sport e Salute) con Giuseppe De Bellis, vicepresidente esecutivo di Sky Italia, il marito di Flavia Pennetta è lapidario come riportato da Tennis World Italia: “Da quando ho smesso non ho più toccato la racchetta e ho rivisto pochissimi highlights della partita di Wimbledon. Io sono uno di quei giocatori che, quando mi dicevano ‘Divertiti e vai in vacanza’, io li prendevo sulla parola. Purtroppo mi conoscete, sono stato uno con tanta passione. Non ho avuto la fortuna di rivedermi, essendo con me stesso molto autocritico. Non mi sono ancora rivisto, non ce l’ho fatta. Non mi sono mai nascosto con le parole, devo essere sincero. Ognuno ha il proprio carattere”.

L’importanza di Sinner per il movimento azzurro

Il sanremese spende, poi, parole al miele per Jannik Sinner: “Abbiamo l’opportunità di gioire per un campione, il numero uno del mondo, che sta aprendo tante vie per praticare questo sport. Sta avvicinando tantissimi bambini. Ai bimbi dico sempre che la priorità è il divertimento. Se avranno la possibilità di fare questo come professione, ci vorrà tanto sacrificio e pazienza. Lo sport è vita ma richiede anche tanto. Penso che l’autocritica bisogna farla a noi genitori, loro sono piccoli e devono sfogarsi. Siamo noi che dobbiamo dargli un’educazione a livello sportivo e lanciare messaggi positivi. Io ho avuto la fortuna di diventare professionista e la fortuna di aver avuto una mamma e un papà che mi hanno sostenuto. Sono diventato quello che sono grazie a loro”.