Il New York Times racconta Sinner: l’importanza dello sci per diventare un campione di tennis
Il New York Times racconta Jannik Sinner e lo fa in un modo che non potrà non far piacere al n. 2 della classifica ATP.
Il New York Times ripercorre la vita sportiva di Sinner
Sono bellissime le parole che il popolare quotidiano statunitense dedica al 24enne di San Candido: “A 13 anni, Jannik Sinner lasciò casa per allenarsi con un famoso allenatore di tennis italiano di nome Riccardo Piatti. Era la prima volta che si concentrava esclusivamente sullo sport e, sebbene nutrisse grandi sogni, rimase realista. “Se un giorno fossi stato tra i primi 100”, ha ricordato Sinner, “sarei stato felicissimo”. Conosceva le probabilità e sapeva quanto sarebbe stato costoso praticare questo sport. Così disse ai suoi genitori che se non fosse stato tra i primi 200 al mondo entro i 23 o 24 anni, avrebbe smesso di giocare. Considerando la posizione attuale di Sinner – numero 2 al mondo, vincitore di quattro tornei del Grande Slam e ancora solo 24enne – sembrerebbe che abbia sottovalutato il suo potenziale. Tuttavia, Sinner non ha avuto la solita educazione tennistica. Nato nel nord Italia, nella provincia di lingua tedesca dell’Alto Adige, ha trascorso i suoi primi anni come sciatore agonistico e si è cimentato in altri sport. Prima di iniziare a lavorare con Piatti, il tennis era solo una parte della sua vita. Il tennis, per forma e tradizione, è uno sport di prodigi. I migliori spesso prendono in mano una racchetta da bambini, si rivolgono agli allenatori dell’accademia entro i 10 anni e si allenano nei circuiti giovanili per anni. Il percorso verso il successo ha da tempo posto questo sport al centro del dibattito sulla specializzazione negli sport giovanili e delle domande che atleti e genitori si pongono: qual è il modo migliore per far crescere un giovane atleta? Qual è il momento migliore per specializzarsi? I ricercatori affermano che specializzarsi precocemente, ovvero allenarsi tutto l’anno prima dei 12 anni, può aumentare il rischio di infortuni e ostacolare lo sviluppo delle competenze. Può anche ostacolare la creatività e la capacità di problem solving”.
Sinner e l’importanza dello sci
Il NY Times sottolinea come aver praticato lo sci da ragazzino abbia aiutato Sinner: “Quando Jannik ha riflettuto in precedenza su come lo sci abbia influenzato il suo tennis, ha menzionato il suo equilibrio, che si manifesta in un controllo del corpo e in un movimento sensazionali in campo. Nonostante sia un muscoloso un metro e 90 è uno dei migliori giocatori del tour. Ma lui crede che il vero vantaggio sia stato il modo in cui lo ha aiutato a gestire gli insuccessi. Se commetteva un errore nello sci, non poteva vincere la gara. Nel tennis, può commettere numerosi errori e continuare a reagire. Il modello migliore potrebbe essere: prima si forma l’atleta. Si riesce a tollerare il volume e il carico quando si è un po’ più grandi e con uno scheletro maturo. Ed è allora che si può aumentare il carico”.