Masters 1000 Roma, Sinner scambia coi bambini: “Mai pensato di diventare numero uno”

Un momento che non dimenticheranno mai. Alcuni bambini delle scuole tennis romane hanno avuto la fortuna di poter scambiare qualche colpo con Jannik Sinner sul campo 12 del Foro Italico questo pomeriggio. Il numero uno del mondo, che tra poco si allenerà sul campo 5 con Francisco Cerundolo, si è divertito a scambiare con i bambini apprezzando anche diversi colpi: “Che bel lavoro di polso con il dritto, guardate quanto spin ha il suo dritto” ha detto palleggiando con un piccolo tennista. “Bravo, che bel rovescio” ha apprezzato, concludendo quasi rammaricato con un “giocate tutti il rovescio a due mani, nessuno gioca più a una mano”. Prima di rispondere alle domande dei bambini, Sinner ha rivelato il suo allenamento quotidiano a casa: “A 10 anni cercavo di colpire l’interruttore della luce per migliorare la precisione e litigavo con mio fratello”.
Masters 1000 Roma, Sinner: “È bello avere un idolo. Vi auguro di essere felici”
Successivamente Sinner ha risposto alle domande dei bambini, a cominciare da alcune sugli animali domestici “Abbiamo un gatto a casa. Ho sempre voluto un cane ma i miei genitori non avevano tempo. Avevamo anche due criceti, mentre un mio amico aveva anche due pesci” e sul cibo “Mi piace tanto la pizza, la mangio sempre margherita”. Si è poi entrati nella sfera tennistica, con Sinner che ha raccontato i suoi primi passi da tennista: “Ho iniziato a giocare a tennis a cinque anni, poi a sette anni mi sono fermato per un anno perché giocavo a calcio e sciavo. Ho deciso di diventare un tennista a 14 anni, da quel momento mi sono allenato solo sul tennis. Non ho mai pensato di arrivare al numero uno del mondo per non avere pressioni. Vi auguro di essere felici e di divertirvi, quello è l’importante. È bello avere degli idoli, ma l’importante è essere felici. Ho avuto la fortuna di fare altri sport, mi divertiva tantissimo andare in bici. Il calcio poi è bellissimo perché sei con gli amici, il tennis invece è molto personale e fai esperienza. È uno sport molto salutare e non c’è contatto. Quando sono in difficoltà cerco sempre di stare positivo, più sei positivo e più riesci ad essere lucido. Non devi mai dimenticarti che fino all’ultimo punto la partita non è mai finita e può succedere qualsiasi cosa”. Chiusura finale sulla fondazione creata pochi giorni fa: “La fondazione la volevo fare da un po’ di tempo, è una cosa molto importante e andrà ad aiutare i piccoli talenti. Dobbiamo ancora decidere come fare, ma per me i bambini sono la cosa più importante. Sono il nostro futuro, ci vuole tempo ma sono contento di avere la mia fondazione perché è sempre stato un mio sogno”.