WTA 1000 Roma, Paolini in conferenza: “Per vincere la finale dovrò alzare il livello”

Undici anni dopo Sara Errani, l’Italia torna in finale nel WTA 1000 di Roma e il merito è di Jasmine Paolini. La tennista azzurra, numero 5 della classifica WTA, in caso di successo sabato in finale eguaglierebbe il suo best ranking superando Iga Swiatek al quarto posto. Dopo un inizio complicato oggi l’ex allieva di Renzo Furlan ha rimontato l’americana Peyton Stearns, chiudendo il match in poco più di un’ora e 40 minuti di gioco con il punteggio di 7-5, 6-1. Queste le parole di Jasmine Paolini nella conferenza stampa postpartita: “È incredibile essere qui in finale, oggi è stata una partita difficile ma ho ottenuto la vittoria e questa è la cosa più importante. All’inizio ero parecchio lenta e facevo fatica a entrare nel match, già però dal 2-0 0-40 ho spinto di più, piano piano ho preso terreno e mi sono sentita meglio. Lei mi ha regalato qualcosa per farmi rientrare, ma è stata una partita in salita. Mentalmente è stata dura perché non mi sentivo benissimo, ma sono felice di come sono stata lì in partita. Quello che conta è portare a casa la vittoria, uno spera di entrare in campo ed esprimere il miglior tennis. Oggi è stato un crescendo, due giorni fa sono andata in confusione”.
WTA 1000 Roma, Paolini su Errani: “Sara ormai è parte del team”
Paolini ha poi parlato di Sara Errani, che è stata l’ultima italiana in finale al WTA 1000 di Roma e sua compagna del doppio, con cui giocherà domani la semifinale: “Sara ormai è parte del mio team, guarda tante partite e nell’ultima partita contro Shnaider è stata decisiva, mi ha aiutato molto. Ricordi della finale del 2014? Non conoscevo Sara undici anni fa, mi ricordo che aveva fatto la finale. Non ricordo se ho giocato le pre-quali quell’anno, sapevo che aveva ottenuto questo risultato e sono contenta di esserci riuscita io quest’anno. Lo scorso anno mi ha dato molta fiducia, sono riuscita a fare esperienze importanti ma adesso sto vivendo una nuova stagione e cerco di ripetermi dopo aver vissuto un grandissimo anno. Sabato ci sarà da provare di alzare il livello dall’inizio e per tutta la partita perché altrimenti sarà difficilmente battere Gauff o Zheng. È incredibile questa prima finale a Roma, oggi è stata una partita particolare perché ero più nervosa all’inizio, mentre durante la partita l’ho vissuta con serenità. Spero di fare una buona finale e di giocarmela al meglio, con un livello di gioco più costante rispetto alle precedenti partite”.
WTA 1000 Roma, Paolini: “Gauff o Zheng? Gioco simile, reduci da una stagione incredibile”
In chiusura Jasmine Paolini ha parlato delle possibili avversarie in finale, Coco Gauff e Zheng Qinwen: “Giocano abbastanza simile, hanno entrambe buon servizio e un dritto con molta rotazione. Ho giocato con Gauff a Stoccarda, con Zheng ho giocato tanto e ho faticato, ma non ci ho mai giocato sulla terra. Sono reduci da una stagione incredibile entrambe, giocano molto bene sulla terra e dovrò tenere bene il campo. L’anno scorso è stato un anno di scoperte, non pensavo di poter raggiungere questo livello e ogni volta mi sorprendevo di quello che facevo. Quest’anno è diverso, ho battuto giocatrici con cui avevo difficoltà come Ostapenko, che per me è sempre un’avversaria complicata da affrontare. È stato un percorso insidioso, Shnaider gioca benissimo. Adesso ho più consapevolezze, ho giocato tante partite a questo livello lo scorso anno, la differenza è che ho già vissuto queste situazioni ma è sempre bello stupirsi. Una finale al Foro Italico mi sembra una cosa pazzesca, se me lo avessero detto due anni fa o anche solo a inizio torneo mi sembrava impossibile. Spero di giocarmela facendo una buona partita e di godermela a pieno. Per come era andata negli scorsi anni mi sorprende non trovare nelle fasi finale Iga Swiatek, è una giocatrice incredibile sulla terra e qui aveva già vinto, mi stupisce ma il tennis è questo e ti devi riconfermare ogni settimana e ogni anno. Sicuramente tornerà a Roma e vincerà questo torneo perché sulla terra gioca veramente bene, ma non vederla nel tabellone stupisce. Per me è un privilegio far parte del movimento azzurro, mi impegno per dare il buon esempio. Sono maturata probabilmente tardi a livello tennistico, ma quello che dico sempre è che ognuno ha il suo percorso, matura prima o matura dopo. A me è successo a 28 anni di fare un salto di qualità, mi sto godendo questa cosa senza pensare al passato e a quello che potevo fare a 23-24 anni”.