La vita dissoluta di Borg tra droga e festini: “Salvato da Loredana Bertè”. E su Sinner…

Dopo aver rivelato di aver sofferto di un tumore alla prostata da cui sembra, però, esserne, uscito, Bjorn Borg racconta altri dettagli intimi nel proprio libro autobiografico “Battiti” (Rizzoli).
Borg salvato da Berté
Senza filtri, l’ex n. 1 della classifica ATP confida a Repubblica che Loredana Berté gli ha salvato la vita nel 1989 a Milano: “A salvarmi fu Loredana Bertè. Le devo la vita. Mi trovò a letto incosciente, chiamò l’ambulanza, all’ospedale mi fecero una lavanda gastrica. Allo Studio 54 a New York ho conosciuto Andy Warhol, mi regalò una Campbell’s Soup con dedica. Poi arrivarono la cocaina, l’alcol, i medicinali. Mi stordivo con feste e festini, ero depresso, avevo attacchi di panico. Avevo paura di stare solo, sovrapponevo le relazioni. Conobbi Loredana a Ibiza, mi trasferii a Milano, ma per me quella città fu un disastro. Lei voleva un figlio, arrivai a depositare un campione di sperma per l’inseminazione. Ma per salvarmi dovevo fuggire da lei e da quell’ambiente“.
Il giudizio su Sinner
Dopo aver lasciato la panchina di Team Europe nella Laver Cup, la leggenda svedese parla anche di Jannik Sinner: “Sinner? Ha già un ottimo team e una famiglia solida. È serio, determinato, feroce, vincerà altri Slam, non vedo pericoli se non la sfortuna di avere qualche infortunio. Ma avete anche il magnifico rovescio di Musetti, le profondità di Cobolli: il tennis italiano offre tanto“.