Tennis

L’ATP deve imitare la WTA: la necessità di una ‘Heat Rule’ anche tra gli uomini

Il circuito WTA è decisamente all’avanguardia rispetto all’ATP per combattere le condizioni climatiche estreme

Le condizioni di gioco estreme presenti a Shanghai hanno provocato ritiri in serie, ben sette nei primi tre turni, e tantissime critiche da parte dei tennisti sull’impossibilità di competere in un torneo con una umidità elevatissima.

L’esempio della WTA con la “Heat Rule”

Rispetto all’ATP, che in questa fase sembra brancolare nel buio, il circuito WTA ha introdotto una regola definita “Heat Rule” che prevede la sospensione del gioco di fronte a situazioni climatiche estreme come accaduto nel match 1° turno disputato lunedì 6 ottobre a Wuhan tra Elise Mertens e Polina Kudermetova: il termometro recitava 34 gradi e si è, quindi, potuta applicare la Heat Rule: “La sospensione del gioco sarà definita quando l’indice di stress termico (WBGT) raggiunge o supera i 32,2 gradi Celsius o quando l’indice di calore (temperatura apparente) raggiunge o supera i 40,1 gradi Celsius”.

Una regola che l’ATP non ha ancora inserito, ma di cui avrebbe dannatamente bisogno: a Cincinnati c’erano state le prime avvisaglie, mentre a Shanghai la situazione è degenerata, finendo fuori controllo; con il torneo in corso, l’associazione maschile non ha preso provvedimenti, tuttavia se avesse introdotto la Heat Rule, come nel circuito WTA, Jannik Sinner magari non sarebbe incappato nei crampi che l’hanno costretto al ritiro nel 3° set della sfida con Tallon Griekspoor.

Tutto ciò premesso, è lecito attendersi un intervento in tal senso da parte dell’ATP per il futuro in modo che quanto accaduto quest’anno a Shanghai non possa ripetersi.