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Pizzorno spiega come nasce il legame con Paolini: “Mi chiamò Furlan”. Con Errani un team come quello di Sinner: i dettagli

Danilo Pizzorno allenerà Jasmine Paolini nel 2026 in tandem con Sara Errani
Jasmine Paolini
Jasmine Paolini (Getty Images)

Danilo Pizzorno conosce Jasmine Paolini dal 2020 ma soltanto dal 2026 sarà il coach principale della toscana con Sara Errani nel ruolo di guida tattico-strategica.

L’annuncio di Paolini da Fazio: “Errani nel mio staff dal 2026”. Poi svela chi preferisce tra Sinner e Alcaraz

Pizzorno ricostruisce il legame con Paolini

Intervistato da SuperTennis, il torinese, classe 1965, spiega come sia arrivato a diventare l’allenatore n. 1 della due volte finalista Slam: “Giusto prima degli ultimi US Open dopo il torneo di Cleveland Liudmila Samsonova mi ha mandato un messaggio dicendomi che voleva interrompere la nostra collaborazione. Mi è dispiaciuto, ma ne ho preso atto e a quel punto non avevo più impegni. Credo che ogni atleta debba fare un suo percorso, per arrivare alla piena maturità. Conoscevo Jasmine da giugno 2020 subito dopo il periodo più duro della pandemia. Mi chiamò Renzo Furlan chiedendomi se potevo dare una mano sulla parte tecnica. Diciamo che mi ha dato un vantaggio il fatto di conoscerla. Quando ti rapporti con una giocatrice di quel livello è importante conoscere il ‘linguaggio’ che è più utile per lei e per le sue caratteristiche. Partire da zero è senza dubbio più difficile. Abbiamo cominciato a Pechino, per un periodo di prova. Abbiamo fatto insieme tutta la trasferta cinese che è andata piuttosto bene: quarti a Pechino, semi a Wuhan e Ningbo. Ci siamo trovati a nostro agio fin da subito anche con Sara e abbiamo deciso di parlare in modo più approfondito del progetto. Per me era fondamentale unire le forze proprio con Sara e mettere assieme le nostre competenze per il bene di Jasmine. Durante le WTA Finals abbiamo messo le basi per il 2026. In realtà il rapporto con lei c’è sempre stato, soprattutto nelle fasi di preparazione, e Jasmine mi chiedeva spesso dei suggerimenti su determinati aspetti. Però io al tempo ero impegnato e lei scelse Marc Lopez. Il mio consiglio? Di non avere fretta, di attendere ciò che era meglio per la sua carriera. Ma da parte mia era distante il pensiero di entrare in pianta stabile nel suo staff, essendo nel Tour con un’altra giocatrice. Dopo una settimana dalla conclusione della partnership con Liudmila, Jasmine mi ha cercato e abbiamo cominciato a pensare al futuro. All’inizio eravamo partiti dall’idea di collaborare per un certo numero di settimane. Io ho fatto poi la proposta di essere presente full time, sempre. Perché credo molto in lei e credo abbia margini importanti di miglioramento. Stando insieme costantemente si può lavorare sui dettagli, lei inoltre è molto ricettiva e dà grande disponibilità. Mi interessava soprattutto vederla all’opera con le migliori: Gauff, Anisimova, Swiatek. Da quei match si capisce cosa c’è da migliorare in vista del prossimo salto di qualità. In termini più specifici, ci stiamo concentrando molto sul servizio, non tanto per aumentare la velocità quando per perfezionare la precisione e il rendimento. Lei può usare il servizio come un’arma. Poi deve saper cambiare le rotazioni sul rovescio, colpire in anticipo, rispondere in modo efficace. C’è tanto ancora da fare, è un lavoro che richiede tempo. Poi c’è Sara che ha una grande esperienza e sa come ci si sente nel giocare una finale o una semifinale di uno Slam. Questo è un valore aggiunto importante. Inoltre è importante anche come sparring perché è un ‘computerino’, mostra una grande precisione che negli allenamenti viene utile. Parlo molto con lei per trovare la soluzione migliore per Jasmine: io posso lavorare su dettagli tecnici che poi vengono esaltati dal supporto strategico fornito da Sara. Si tratta di vero lavoro di squadra, un po’ come si fa nel team di Sinner, con Cahill che fa un lavoro e Vagnozzi che ne fa un altro. Tanti altri giocatori hanno ormai team di più persone, perché dividere i compiti permette ai coach di essere più lucidi in un calendario molto fitto“.