Tennis

Rottura Alcaraz-Ferrero: il ruolo del papà di Carlos. L’ultimo retroscena

Il divorzio tra Carlos Alcaraz e Juan Carlos Ferrero è l’argomento del giorno in ambito tennistico
Il tennista Carlos Alcaraz
Carlos Alcaraz (Getty Images)

Emergono versioni contrastanti sulla fine della collaborazione tra Carlos Alcaraz e Juan Carlos Ferrero: nella serata di mercoledì 17 dicembre si è parlato insistentemente di un mancato accordo economico sul rinnovo del contratto, ma l’ultimo retroscena evidenza un rapporto deteriorato tra il papà del n. 1 della classifica ATP e l’ormai ex allenatore del figlio.

Il dopo Ferrero per Alcaraz: per ora Samuel Lopez, un ruolo centrale per il fratello Alvaro e la suggestione Nadal

Disaccordi importanti tra il papà di Alcaraz e Ferrero

Secondo il media Clay c’erano disaccordi importanti tra il padre di Alcaraz e Ferrero riguardo alla gestione della carriera del giocatore, ricostruzione confermata anche da Cadena Ser che sottolinea attraverso Pablo Fullana che Ferrero e Alcaraz avessero già filosofie molto diverse, divergenze che si sono accentuate negli ultimi anni anche se Juan Carlos non voleva lasciare il team: l’accumulo di queste divergenze, la decisione di Alcaraz di preparare la sua stagione a Murcia, così come visioni opposte sul sistema di preparazione avrebbero fatto precipitare la situazione.

Il ruolo del papà di Alcaraz nella rottura è confermato anche da Kike Navarro, primo allenatore di Carlitos: “Sapevo qualcosa da mesi tramite il padre, ma non credo fosse il momento di dirlo. Carlos si è allenato al club e non mi ha detto nulla, segno che è stata gestita con grande discrezione. Credo che sia arrivata più dall’ambiente che dal giocatore. Carlos è sempre stato molto leale con i suoi allenatore, lo è stato con me e lo è stato con Ferrero. Chi ha preso la decisione, e non è stato Carlos, avrà avuto i suoi motivi“.

E, infine, la questione economica con il giornalista Angel Garcia di Cope che scrive: “Quando si stima il valore del proprio lavoro a un certo livello e il proprio datore di lavoro lo riduce sensibilmente, ciò può inevitabilmente creare tensioni”.