Tennis

Semifinali e finali Slam in chiaro con l’asterisco, la critica di Binaghi: “Decreto svuotato d’efficacia”

Il presidente della FITP Angelo Binaghi è deluso dal decreto che presenta una grave criticità
Il presidente della FITP Angelo Binaghi
Angelo Binaghi (Getty Images)

Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy inserisce nella lista degli eventi sportivi con l’obbligo della messa in onda in chiaro in TV, tra gli altri, semifinali e finali degli Slam e dei Masters 1000 con atleti italiani coinvolti, ma l’obbligo di messa in onda free non potrà scattare fino alla scadenza degli attuali contratti dei broadcaster: va, infatti, ricordato che Sky ha sottoscritto con ATP e WTA un accordo fino al 2028 per i tornei del circuito e ha rinnovato con Wimbledon fino al 2030, mentre Discovery/Eurosport ha una partnership col Roland Garros fino al 2030 e con l’Australian Open fino al 2031: soltanto alla scadenza di questi contratti scatterà l’obbligo della trasmissione in chiaro con i licenziatari dei diritti, che possono, comunque, decidere se trasmettere tali eventi sui loro canali free (Tv8 per Sky, Nove per Discovery), oppure sublicenziarli ad altre emittenti.

Binaghi critico

Non ci sta il presidente della FITP Angelo Binaghi che in una nota esprime tutto il proprio disappunto: “L’aggiornamento degli eventi di particolare rilevanza sociale è una buona notizia per tutto lo sport italiano, non solo per il tennis. È una misura che pone il nostro Paese finalmente al passo con gli altri paesi europei e che come FITP auspicavamo da tempo e per la quale ci siamo battuti con convinzione. Il provvedimento però se segna da un lato il riconoscimento di un diritto sacrosanto, ormai imprescindibile, che è stato guadagnato sul campo dai nostri giocatori a suon di risultati e richiesto a furor di popolo dall’enorme passione dei telespettatori italiani, dall’altro nega questo stesso diritto per i prossimi 4-5 anni che, dati alla mano, dovrebbero essere proprio quelli per i quali l’esigenza è nata e sarà più evidente. Così come concepito il provvedimento è clamorosamente svuotato di efficacia e lascia ancora una volta milioni di appassionati italiani in balia della lobby delle pay tv titolari dei diritti.