Tennis

Stefano Cobolli a cuore aperto: la sua reazione quando Flavio scelse il tennis dando l’addio alla Roma

Interessante intervista rilasciata da Stefano Cobolli al Corriere dello Sport in cui parla del figlio Flavio
Stefano Cobolli
Stefano Cobolli (Getty Images)

Nominato capitano della nazionale italiana alla United Cup 2026, dove ci sarà ovviamente anche suo figlio Flavio, papà Stefano parla di come il n. 22 della classifica ATP abbia il potenziale per entrare in futuro nella top 10 e della reazione quando preferì il tennis al calcio.

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Stefano Cobolli a cuore aperto su Flavio

L’intervista rilasciata al Corriere dello Sport è davvero molto interessante: “Flavio lo ha dichiarato e ne ha la convinzione: l’obiettivo è entrare in Top 10 della classifica ATP. Non per forza nella prossima stagione, anche tra un paio di anni andrebbe benissimo. Nelle settimane successive alla vittoria in Coppa Davis ho dormito davvero poco. L’adrenalina era ancora in circolo, c’era la voglia di pensare e ripensare a ciò che era successo. E quando i ricordi prendono il sopravvento, è difficile prendere sonno. Non credevo che Flavio fosse già pronto a esprimere un livello così alto in Davis, mi ha sorpreso come sempre e spero possa continuare a farlo nel 2026. Riflettevo in questi giorni sul passato e sulle esperienze vissute. È come se avesse fatto la gavetta per ogni grande evento e, su questo, penso che siamo stati molto bravi. Flavio è stato “alternate” in United Cup così come in Laver Cup e ha seguito la Nazionale di Davis all’inizio del 2022, come sparring, a Bratislava. La gavetta è stata fondamentale”.

L’addio di Cobolli alla Roma

Merita un capitolo a parte la scelta del tennis a discapito di una possibile carriera calcistica con la maglia della Roma: “Nel calcio, se sei in una squadra forte a 12-13 anni come accadde a Flavio, sei ben posizionato; nel tennis a quell’età puoi essere forte quanto vuoi ma sei ancora lontanissimo dal professionismo. Quando optò per il tennis le possibilità nel calcio sembravano maggiori. Io gli spiegai la situazione, lo misi di fronte alla realtà, ma lui scelse ugualmente la racchetta”.