Volandri estasiato da Sinner: “Una macchina da guerra in campo, sempre disponibile fuori”

Capitano della nazionale italiana di Coppa Davis che ha vinto le ultime due Insalatiere, Filippo Volandri conosce benissimo le qualità di Jannik Sinner: in una interessante intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, il livornese rivela anche il comportamento del n. 1 al mondo quando non è in campo.
Sinner tennista grandioso
L’ex top della classifica non può che iniziare dal trionfo di Wimbledon: “Si trattava di capire come Jannik avrebbe reagito alla finale di Wimbledon, che è diversa da tutte le altre e non l’aveva mai giocata. Nessuno dei due nei primi game ha giocato un tennis pulito, però poi Jan ha messo un’altra marcia. È un tennista grandioso, straordinario. Il Centre Court è diverso da tutti gli altri Slam. L’atmosfera è sempre speciale, può intimidire perché quello è il campo dove hanno trionfato tutti i grandi, dove si è fatta la storia del tennis. C’è stato un tifo molto diverso da quello di Parigi dove si era sentito tanto il sostegno per Alcaraz. Qui all’inizio c’era giustamente una leggera preferenza per lo spagnolo, poi si è visto che tifavano per la partita e lo spettacolo. Sul finale, però, il tifo per il nostro campione si è levato forte“.
La differenza tra il Jannik in campo e quello fuori
Volandri parla, poi, di come sia il nativo di San Candido sia una persona splendida fuori dal rettangolo di gioco: “Quando Jannik è in campo, quando deve giocarsi un match, è una macchina da guerra. Quando però è in Davis, o quando ci sono altri italiani è fantastico perché si mette sempre a disposizione. È anche questa la sua grandezza: non si mette lassù sul trono da numero uno ma cerca sempre di aiutare a suo modo con una parola, uno stimolo, una domanda come ha fatto a Londra anche con Vasamì e Basile. Da tecnico, oltre che da capitano della Nazionale, mi fa felice che siano tutti così. Pure Berrettini ha sempre aiutato Cobolli, anche quando ha debuttato in Davis. A Parigi Musetti si è allenato con Vasamì. Durante le pause degli allenamenti si parla, ci si scambiano opinioni, si cresce“.