Wimbledon

Sinner costretto a consegnare il trofeo di Wimbledon: il motivo

Dopo tutti i rituali previsti dal cerimoniale, l’altoatesino ha dovuto dare il premio a una dirigente del torneo
Jannik Sinner e Kate Middleton
Jannik Sinner e Kate Middleton (Getty Images)

Chissà per quante notti Jannik Sinner sognerà quel 13 luglio 2025: una data che rimarrà negli annali del tennis italiano. Per la prima volta un atleta azzurro ha vinto a Wimbledon, tempio di questo sport e sogno di tutti i ragazzini che per la prima volta impugnano una racchetta. L’altoatesino, a soli 23 anni, lo ha realizzato: ha battuto in rimonta lo spagnolo Carlos Alcaraz (4-6 6-4 6-4 6-4) prendendosi una bella rivincita dopo la bruciante sconfitta al Roland Garros di Parigi. Braccia al cielo e poi di corsa in tribuna per festeggiare con papà Hanspeter e mamma Siglinde, i coach Simone Vagnozzi e Darren Cahill e con lo zio e il fratello, Mark. Poi di nuovo in campo per ricevere la coppa e posare davanti ai fotografi con il trofeo. Rispettato tutto il protocollo, che prevede l’incontro con i reali d’Inghilterra e la lettura del proprio nome nell’albo d’oro, Sinner si è presentato davanti ai microfoni per la conferenza stampa, ma al suo fianco non c’era più il trofeo. 

Sinner e la coppa di Wimbledon

Sì, perché il cerimoniale prevede che i vincitori di Wimbledon non possono portare a casa il prestigioso cimelio, ma ricevono una replica in miniatura, di circa tre quarti delle dimensioni originali, su cui sono incisi i nomi dei campioni del passato. Jannik, dunque, ha potuto stringere la coppa per appena 30 minuti, dopodiché è stato avvicinato da una dirigente del torneo che gli ha chiesto di dargli il trofeo. L’azzurro, un po’ sorpreso, ha restituito il cimelio e ha semplicemente risposto, con l’educazione che lo contraddistingue: “Va bene. Nessuna fretta”. Il numero uno al mondo non potrà stringere il vero trofeo tra le braccia, dovrà accontentarsi dei privilegi a vita che spettano ai vincitori all’All England Club