Lazio, Sarri: “Rovella? Oggi valutiamo. Conta solo vincere!”

Sarri ha presentato in conferenza stampa il derby contro la Roma di domenica
Gasperini e Sarri
Gasperini e Sarri

Il ritorno di Maurizio Sarri sulla panchina della Lazio non ha avuto, almeno nell’immediato, il risultato che tutti speravano in casa biancoceleste. Due sconfitte contro Como e Sassuolo segnano un avvio tutt’altro che sereno, alleggeriti dalla vittoria per 4-0 contro l’Hellas Verona. Per la Lazio, però, adesso arriva il derby, la partita della partita, l’occasione per riscattarsi e ritrovare la fiducia di un popolo scettico dopo la sconfitta subita a Reggio Emilia. Intervenuto in conferenza stampa da Formello, il tecnico Sarri ha presentato il suo settimo derby della Capitale in carriera analizzando la situazione dei propri singoli, spiegando cosa la stracittadina rappresenta per lui.

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Sarri sulle condizioni della squadra

«Il derby è derby, le emozioni devono rimanere le stesse. Una gara particolare, estremamente sentite, uno dei derby più sentiti al mondo. Le emozioni e l’adrenalina sono alte. Taty sempre più avanti, recuperabile. Rovella valutiamo oggi, lo buttiamo dentro. Mezz’ora si capisce se ce la può fare o no. Vecino è ancora in mano all’area medica, fa allenamento differenziati. Spero la prossima settimana ritorni a disposizione per allenarsi con noi. Isaksen si sta allenando da poco, questa è una parte del problema. Non per una caviglia, ma perché era malato. Non sarà un percorso istantaneo. Belahyane? Non lo se partirà dall’inizio, se Dele va benissimo oggi può partire dall’inizio. Tutto l’anno non mi sono mai lamentato del mercato, degli assenti, non cominciamo. Se non gioca uno, gioca l’altro».

La Roma

«Le squadre di Gasperini sono sempre fisiche e aggressive, ti creano un milione di difficoltà, è una valutazione corretta. Bisognerebbe essere ad altissimi libelli tecnici per mandare a vuoto l’aggressività. Se sono avvantaggiati? A me se parte in vantaggio non importa niente. Il derby è una partita tra due poppi che si odiano sportivamente. Io voglio che la mia squadra lotti per il proprio popolo. Chi è favorito non mi interessa. L’obiettivo è lottare per il popolo, 95 o 100 minuti, a 35 gradi, dentro lo stadio sarà quella la temperatura. Non mi importa di niente».

I problemi della Lazio

«Domenica il Sassuolo ci aspettava con un blocco basso. Noi abbiamo giocato in faccia a loro, ma poco dentro questo blocco. Così fai fatica a essere pericoloso. Una partita che però dà la sensazione di aver fatto il compitino invece di volerla vincere a tutti i costi. Serve più coraggio e rendersi conto delle nostre caratteristiche. Dobbiamo attaccare gli spazi, stiamo lavorando su questo. Finora non si è accesa in parte, abbiamo fatto una bruttissima partita a Como, bene a Verona, a Sassuolo se mi chiedi come siamo stati in campo la squadra è stata corta e ordinata. Dal punto di vista tattico è stata buona. Poi ci è mancato qualcosa a livello di pressione e di qualità offensiva. Un aspetto che va un po’ oltre. Negli ultimi 20 metri abbiamo avuto 12 palle a favore e loro 2, abbiamo perso da una palla ferma.Io ho le idee chiare, la squadra è molto ordinata. L’obiettivo primario della società è dare una maggiore solidità alla squadra, stiamo lavorando per questo. Dobbiamo tirare fuori la qualità, per motivi tattici o perché non c’è. Vediamo, tra qualche mese avremo un’idea definitiva».

Come si prepara il derby?

«Il derby si prepara come le altre, la differenza è emozionale e motivazionale. Questo si riflette a un livello di attenzione superiore dei giocatori. Queste partite hanno la componente emozionale che è superiore a quella tattica. L’inconsapevolezza diventa subito consapevolezza appena entri in campo. Io ne ho giocati 6, ne ho perso 1 e mi ricordo solo quello. Mi ricordo il disagio emotivo dei giorni successivi addosso, ti fa capire che significa il derby, quasi una vergogna di tornare al centro sportivo. Mi ricordo questo stato d’animo, ne ho parlato con i giocatori. Questo è il derby, una partita in cui se non fai tutto ciò che serve rischi di deludere un popolo, se non lo fai ti rimane addosso in modo pesante. Il lavoro sul campo che ora non riusciamo a trasportare in partita è tanto. Siamo l’unica squadra che io ho allenato che ha più ritmo in allenamento che in partita. Vuol dire che qualcosa non va in gara».

Sarri su Pedro

«Pedro la partita la giocherà, non so se in parte o dall’inizio. Non abbiamo deciso ancora. Dobbiamo capire cosa ci rimane per cambiare la partita, valutare tante cose. Su lui ci facciamo grande affidamento, nelle partite importanti ha sempre fatto prestazioni importanti. Modric titolare nel Milan? Fa un ruolo un po’ diverso, la prestanza fisica conta di più. Cerchiamo di preservarlo, facendolo giocare senza metterlo a rischio dei 90 minuti a inizio stagione che non sappiamo tendine bilaterale in tutto questo periodo, gli abbiamo fatto fare una settimana di riposo durante la sosta».

I tifosi della Lazio

«Nella stragrande maggioranza numerica i tifosi della Lazio sono persone anche molto pazienti. Poi ci può essere una frangia che lo è meno. Li accomuna un amore smisurato per questa maglia, in tanti anni di calcio ho visto solo qui e a Napoli. Questo è il motivo per cui da fuori si fa fatica a capire, quando ci sei dentro ti invade. Vedi proprio un attaccamento e un amore viscerale per la maglia, questo è importantissimo. Sarebbe fondamentale riuscire ad attaccare ai giocatori questo senso d’appartenenza, nel calcio attuale non è semplice, ma sarebbe molto gradito…»