Nove volte campione del mondo. Marc Marquez pone ufficialmente fine a un periodo sciagurato e a Motegi, nonostante il doppio secondo posto alle spalle di un rinato Pecco Bagnaia, si assicura la vittoria del titolo. Il petalo con su scritto il suo nome viene aggiunto al trofeo che il numero #93 si abbraccia, felice e commosso. Passano le immagini del calvario, rivive le mille difficoltà affrontate dal 2019 a oggi: le cadute, gli interventi, la diplopia e la rottura con Honda. Ed è proprio in casa del suo vecchio team che fa la storia: eguaglia Valentino Rossi, torna a essere il leader di un motomondiale che ha dominato dall’inizio alla fine. Tante le parole, tantissime le emozioni che ha riversato, nel post-gara, ai microfoni di Sky Sport, commentando la sua prestazione, ma soprattutto il sogno realizzato di tornare sulle vette più alte del motociclismo.
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L’entusiasmo di Marc Marquez
«Non voglio pensare a quello che è stato, sennò sto male dentro. Sono in pace con me stesso. Ho avuto un infortunio e ho peggiorato le cose per decisioni mie. Dopo ho fatto delle scelte difficili ma giuste che mi hanno portato a essere qui. Il ciclo si è chiuso in Giappone, con il mio team al podio e sono contento che ci sia arrivato anche Honda. Per me è stato la giornata perfetta. Quando sono arrivato secondo ero più preoccupato del fatto che Mir finisse la gara da terzo, almeno sarebbe finito tutto nel migliore dei modi. Quando sei in alto e cadi ti fai più male. Ogni anno è importante, ma ritornare è stata la sfida più difficile. Ammetto che per tornare al top sono dovuto andare nel team più forte del momento e con la moto migliore che è Ducati. In tanti mi hanno aiutato e voglio ringraziarli tutti. Oggi sento qualcosa di stranissimo. A Jerez quando ero tornato avevo voluto provare a tornare perché dovevo stare in pace con me stesso. Adesso sono di nuovo in pace. La scelta di andare in Gresini? In quel momento sì, perché volevo tornare a lottare per i primi posti e non ero pronto per un mondiale. Sono tornato competitivo e oggi sono in una nuova famiglia: è bello lottare contro piloti più giovani».