Australian Open, Sinner si difende: “Non è colpa mia se il protocollo non funziona”

Non era un esordio semplice quello che attendeva Jannik Sinner all’Australian Open, ma il campione in carica è ugualmente riuscito a venirne a capo, superando in tre set il cileno Nicolas Jarry.
Sinner si difende sul caso di doping
L’accusa dell’atleta sudamericano di essere stato trattato diversamente dall’azzurro nel caso di doping che l’ha visto coinvolto nel 2019-2020 ha costretto il n. 1 al mondo a tornare di nuovo sull’argomento nell’intervista rilasciata a Eurosport Italia: “Non conosco i dettagli del suo caso per cui non posso parlare di differenze di trattamento. Non è colpa mia se il protocollo antidoping non ha funzionato bene, mi dispiace per i giocatori che stanno passando queste situazioni, ma non conosco le differenze tra il mio caso e il suo. So soltanto che io sono stato giudicato innocente e la quantità trovata nel mio corpo era meno di un miliardesimo di grammo, mentre io non so quale fosse il suo caso”.
L’esordio con Jarry
L’azzurro parla, poi, della sfida in campo con il sudamericano: “Lui ha giocato molto bene nei primi due set, specialmente ha servito in maniera efficace nei momenti importanti. Ho comunque gestito bene i due tie-break anche se un set può sfuggirti molto velocemente in queste condizioni”.
Il primo Slam da campione in carica
In ultimo, il n. 1 al mondo parla di cosa si provi a difendere il titolo in un Major: “Penso che sia un po’ diverso dal solito. Questo è un posto speciale per me ed è fantastico essere tornato. Sono successe molte cose dentro e fuori dal campo. Ora la pressione è diversa, ma mi piace”.