Wimbledon 2025, estasi Panatta: “Il trofeo di Sinner è un po’ di tutti gli italiani”

Fa un certo effetto vedere un tennista italiano trionfare per la prima volta a Wimbledon e sembra pensarla allo stesso modo anche Adriano Panatta, intervistato dal Corriere della Sera dopo il trionfo di Jannik Sinner sull’erba londinese.
Le emozioni di Panatta
Il campione del Roland Garros 1976 ha seguito la finale con Carlos Alcaraz da casa, non perdendosi neanche un punto: “Un italiano che vince a Wimbledon. Mi sono chiesto, qualche volta, se mai mi sarebbe riuscito. E invece eccolo qui, Jannik Sinner che solleva le braccia come un ciclista sul traguardo. Esulto e applaudo. Dobbiamo applaudire tutti. È come vincere il campionato del mondo del tennis, non ci sono altri paragoni possibili. Se l’è meritato, ha inseguito il trofeo fino all’ultimo, ha battuto prima Djokovic, poi Alcaraz, che in due fanno nove vittorie ai Championships. Il trofeo più prestigioso è un po’ anche nostro, che non c’entriamo nulla, ma ci fa piacere condividerlo. Io ne sono contento e anche un po’ emozionato”.
Il giudizio sul match
Il romano parla, poi, del confronto tra i due finalisti: “Match intenso, giocato ai massimi livelli, anche se non bello come la finale di Parigi. Non si è abbattuto quando l’altro, con quattro giochi di prestigio da grande giocatore, gli ha sfilato il primo set. Un ragazzo di molti talenti, ma il più grande sta nella testa, per come riesce a tirare dritto sempre, anche nelle difficoltà. Posso solo dire che in tanti anni di tennis, raramente avevo visto uno come lui. I tennisti, quelli bravi, lo capiscono prima dove si sta andando a parare e lo spagnolo ha intuito che sotto la pressione cui lo sottoponeva Sinner non sarebbe durato molto a lungo“.