Pioli-Fiorentina, c’è il sì per il ritorno in viola. Ma prima occorre dire addio all’Al-Nassr

Niente Nazionale, ma sì, per il momento virtuale, alla Fiorentina, per un grande ritorno. Quello di Stefano Pioli a Firenze, ambiente e piazza che il tecnico parmense aveva già sperimentato da calciatore dall”89 al ’95 e che ha ritrovato più avanti anche da allenatore, dal 2017 al 2019, tra alti e bassi, ma con un legame sempre solido sullo sfondo con i colori viola.
Per la firma però bisognerà prima aspettare
L’ottimismo per il gran ritorno cresce, ma prima di mettere il tutto nero su bianco ci sarà da aspettare, almeno fino ai fino ai primi di luglio. Questo perché la burocrazia araba impone tempistiche di permanenza minime per quanto riguarda la tassazione sugli stipendi. Tradotto: se Pioli salutasse l’Arabia Saudita prima di quella data, pagherebbe le tasse sul suo faraonico stipendio – da 12 milioni di euro all’anno – in Italia, al contrario, rimanendo nel Paese fino a luglio, raggiungerebbe i 183 giorni di residenza e potrebbe dunque usufruire di una tassazione pari al 2%.
Detto ciò Pioli ha già deciso di prendere in mano buona parte del gruppo lasciatogli in eredità da Palladino, con un sesto posto in classifica e i playoff di Conference League da giocare tra il 21 e il 28 agosto, con il raduno viola che dovrebbe scattare il 2 luglio al Viola Park. La futura e nuova casa di Stefano Pioli, pronto ad un ritorno in Italia e in Serie A.